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Dossier La semina «intensiva» dei tedeschi sui mercati dei Paesi emergenti

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    La semina «intensiva» dei tedeschi sui mercati dei Paesi emergenti

    Istanbul, Giacarta, Bangkok, Sydney. Le fiere tedesche sono già oltre i «tradizionali» Bric. Anzi, i colossi tedeschi delle esposizioni internazionali si servono proprio dei loro “avamposti” in Brasile, Cina, India – costruiti dalla seconda metà degli anni 90 e consolidati negli ultimi 15 anni – per conquistare mercati emergenti, popolosi, dinamici e molto affamati di business. Del resto, l'Europa continua a essere la patria del settore fieristico ma da tempo la crescita è soprattutto altrove. Nel “vecchio continente” esiste un eccesso di offerta, sia come spazi espositivi che come eventi. Mentre nei Paesi emergenti, dove i poli fieristici non hanno ancora le dimensioni di quelli europei, ci sono “praterie” di mercati da conquistare, clienti da incontrare, esigenze da soddisfare e mancano soprattutto “know how” e capacità di gestire l'organizzazione e la rete articolata di servizi che le aziende chiedono. Non basta essere allestitori di spazi. Serve, tanto più in Asia, essere “organizzatori di spazi” ed erogatori di servizi.

    «La Germania – spiega Andreas Zuege, direttore generale di Deutsche Messe di Hannover in Italia (network di 10 sussidiarie, 6 aziende collegate, fatturato da 312 milioni nel 2013, cresciuto l'anno scorso del 10% e partner, in joint venture, di Fiera Milano) – è un Paese di export. Nel nostro advisory board ci sono anche rappresentanti dell'industria tedesca e con loro pianifichiamo la ricerca di nuovi mercati. Partendo dai “ponti” che abbiamo già consolidato: Cina, Brasile. Da qui la joint venture con Giacarta per gestirne il polo fieristico. A loro mancano competenze e know-how sulla gestione dei servizi, della logistica e del networking. Sono soprattutto gli operatori locali a richiedere la nostra collaborazione e la nostra expertise». Altro obiettivo è l’Australia. Economia matura ma dinamica. «A maggio - dice Zuege - inauguriamo a Sydney il Cemat, la fiera dell'automazione e della logistica industriale. Un “debutto” senza imprese italiane. Puntiamo a portarle con noi nella 2ª edizione».

    Capitolo a parte è l’India, con molte potenzialità inesplorate. Per questo la Germania, che fa sistema più a fatti che a parole, semina oggi per raccogliere tra 10-15 anni grazie alle fiere.
    Pochi giorni fa, infatti, Deutsche Messe ha annunciato che, dal 13 al 17 aprile prossimi ad Hannover, la grande fiera biennale su automazione, IT e sistemi energetici sostituirà alcune delle attuali manifestazioni annuali. E si rinnova. Un megaevento per esporre, in un’ottica di sistema, le migliori soluzioni tecnologiche per le fabbriche, i sistemi energetici, la robotica e l'automazione, le trasmissioni idrauliche ed elettriche, i componenti di subfornitura. Nella convinzione, come ha spiegato il vicepresidente di Deutsche Messe, Marc Siemering, «che saranno i collegamenti digitali, gli standard richiesti, l'utilizzo e la sicurezza di flussi di dati e informazioni a rendere la fabbrica “intelligente” e quindi il lavoro, la produzione (qualunque essa sia) e lo sviluppo sia efficienti che sostenibili». Non a caso, Deutsche Messe ha stretto una partnership con l’India (1,2 miliardi di abitanti, diseguaglianze ma anche ingegneri e laboratori di ricerca all'avanguardia). E all’inaugurazione della fiera (con 200 aziende espositrici indiane) ci saranno la cancelliera Angela Merkel e il premier indiano Narendra Modi. «Perchè la fiera – ha concluso Siemering – è la miglior piattaforma di politica economica per la manifattura».

    «La Cina per noi è irrinunciabile — spiega Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia —. Noi dobbiamo essere là dove l'industria fa affari. E non escludo che un giorno guadagneremo più all'estero che in Germania. Stiamo potenziando anche gli Emirati e la Turchia, Paese in cui stiamo studiando operazioni ad hoc di acquisizione». Messe Frankfurt ha chiuso il 2014 con 550 milioni di euro di fatturato (8 milioni la “quota” italiana), in crescita del 12% sul 2013, avvicinandosi all'obiettivo degli 800 milioni nel 2020 che il Gruppo si è posto. Messe Frankfurt ha vinto la gara - potendo così contare su un budget di 48 milioni erogato dal ministero delle Finanze tedesco - per diventare general contractor del padiglione della Germania ad Expo («che – sottolinea Wich – sarà finito in anticipo rispetto al “debutto” di Expo il 1° maggio»). Dal concept al padiglione, dalla tecnologia ai servizi, Messe Frankfurt ha coordinato e gestito le gare d'appalto. «Un padiglione emotivo sulla catena alimentare e la gestione sostenibile delle risorse, in cui - dice Wich - ci attendiamo 3 milioni di visitatori. A breve procederemo con il recruiting di 200 giovani in grado di interfacciarsi sia in italiano che in tedesco».

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