
Arrivano dal manifatturiero i primi segnali di ripresa dell’economia umbra. Resta critica invece la situazione del comparto dell’edilizia e dei settori a esso collegati che rappresentano quote importanti del sistema produttivo regionale. La notizia giunge dagli imprenditori di Confindustria Umbria. I segnali positivi sono più evidenti nelle imprese proiettate ai mercati internazionali, ma qualcosa inizia a manifestarsi anche nei settori legati al mercato interno.
«La ripresa di cui si parla – spiega Ernesto Cesaretti, presidente di Confindustria Umbria – difficilmente sarà in grado di avere effetti sulla struttura del sistema produttivo. Si rendono necessari interventi profondi, in grado di far approdare gli effetti alle filiere più avanzate tecnologicamente. Questo significa che gli indirizzi di politica industriale a cui verrà ispirata la prossima legislatura dovranno recepire scelte coraggiose, di cui ormai chiunque avverte la necessità. Una straordinaria occasione per riorientare l’apparato industriale è data dai prossimi fondi comunitari, che per l’appunto, in quanto strutturali, dovrebbero agevolare interventi correttivi che impattino sui fattori portanti del mondo imprenditoriale».
Oltre 50 gli imprenditori della giunta che hanno rappresentato le principali imprese della regione per il settore tessile abbigliamento, della meccanica di precisione, dell’aerospazio e del terziario innovativo. Tra i nomi spiccano quello di Brunello Cucinelli, Gianluigi Angelantoni (Gruppo Angelantoni Industrie), Antonio Alunni (Fucine Umbre e presidente del Polo aerospaziale dell’Umbria), Giuseppe Cioffi (Tarkett), Luca Tacconi (Fom Tacconi e presidente Sezione di Perugia), Carlo Colaiacovo (Colacem), Emilia Nardi (Nardi), Luca Tomassini (Vetrya settore Ict), Umbro Bernardini (Bernardini Trasporti e past president Confindustria Umbria).
«Energia positiva e consapevolezza dell’importanza della crescita della nostra regione – spiega Luca Tomassini, fondatore e ad Vetrya, azienda dell’Ict con sedi in Umbria e California –. Per noi il fatto di operare in provincia ci ha fatto riscuotere grandi successi, sia in ambito nazionale che internazionale. Si può fare ancora impresa in Italia».
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