L’amministrazione straordinaria dell'Ilva «apre una fase nuova ma, anche grazie al lavoro in commissione al Senato, abbiamo preparato emendamenti sulla prededucibilità dei crediti e questa includerà larga parte delle aziende dell’indotto». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, apre alle richieste dell’indotto e dei trasportatori Ilva che ieri sono stati di nuovo a Roma per manifestare in piazza Montecitorio e porre al Governo il problema dei lavori non pagati dall’azienda siderurgica. Delrio fuga il timore che i crediti maturati vengano sacrificati dall’amministrazione straordinaria dell’azienda e dà anche garanzie sul futuro. È il primo pomeriggio quando Delrio, presenti anche il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, incontra una loro delegazione guidata dal presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, con i vertici di Comune e Provincia. Da Taranto sono partiti in mattinata in un migliaio a bordo dei pullman e a Roma hanno incontrato le delegazioni delle altre città colpite dalla crisi Ilva.
Prima del confronto guidato da Delrio, il Governo ha dedicato all’Ilva un altro vertice presieduto dal premier Matteo Renzi, presenti anche il vice ministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, e il consigliere Andrea Guerra. «Il Governo, confermando la convinzione che il nuovo assetto dell’Ilva, sarà a vantaggio dei dipendenti Ilva e dell’indotto, sta lavorando a diverse misure» recita la nota di Palazzo Chigi. Si tratta di «accelerare il più possibile la disponibilità a breve delle risorse per risolvere il tema dei fornitori del gruppo» e quelle, puntalizza la nota, derivanti dal «sequestro delle somme disposto dalla Magistratura e dedicate alla bonifica ambientale». Intanto, «sono stati riattivati alcuni affidamenti bancari all’azienda» mentre «le risorse rinvenienti da Fintecna e il finanziamento ponte previsto serviranno anche per riattivare il circuito dei fornitori».
Il finanziamento ponte sarà di 400 milioni, lo erogherà la Cassa Depositi e Prestiti e un emendamento al decreto legge in votazione martedì, prevede che i commissari Ilva siano autorizzati a «stipulare finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro assistiti dalla garanzia dello Stato». Per tale finanziamento sarà istituito al Mef un fondo a copertura della garanzia statale che avrà una dotazione iniziale per il 2015 di 150 milioni. I 400 milioni di Cdp, finalizzati a risanamento ambientale, ricerca e innovazione, nonchè formazine e occupazione, costituiscono la soluzione ponte in attesa della newco dell’Ilva.
Palazzo Chigi e Sviluppo economico prefigurano per l’Ilva risorse complessive per 2 miliardi tra 1,3 miliardi di risorse sequestrate ai Riva, 400 milioni da Cdp, 260 milioni tra Intesa San Paolo e Unicredit e 156 milioni di accantonamento Fintecna. Per l’indotto e i trasportatori, invece, il fondo di garanzia sale da 30 a 35 milioni. Martedì arriverà un emendamento sulla prededucibilità dei crediti riferiti anche alla continuità degli impianti essenziali e alla loro sicurezza (già inseriti quelli riferiti ai lavori ambientali). Si studia poi la possibilità di sospendere l’Iva per sei mesi sulle fatture emesse e non incassate.
«Di fronte agli impegni del Governo - commenta il presidente di Confindustria Taranto, Cesareo - penso che si debba tornare al lavoro nell’Ilva facendo passare un messaggio di fiducia. Ci sono ancora delle fibrillazioni soprattutto nei trasportatori, ma dobbiamo credere alle aperture del Governo. Il banco di prova sarà la conversione in legge del decreto. Vedremo lì se gli impegni saranno mantenuti».
(ha collaborato Giuseppe Latour)