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I reperti dell'antica Pompei finiscono «in caserma». Nuovo…

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BENI CULTURALI

I reperti dell'antica Pompei finiscono «in caserma». Nuovo museo a Nocera Inferiore

Nell'antichità tra pompeiani e nocerini non doveva correre molto buon sangue: Tacito ricorda che nel 59 d.C., 20 anni prima che si abbattesse la furia del Vesuvio, durante un «derby» tra gladiatori, gli spettatori di Pompei vennero alle mani con quelli di Nuceria Alfaterna, ci scappò più di un morto e l'imperatore Nerone reagì ordinando la chiusura per dieci anni dell'anfiteatro pompeiano.
Ironia della sorte, la città di Nocera Inferiore ospiterà un centro di raccolta di reperti archeologici provenienti da Pompei e da tutti gli altri siti campani. La sede prescelta è la caserma Tofano, edificio settecentesco di oltre 15mila metri quadri inizialmente inserito nel progetto «Valore Paese» per la capitalizzazione degli immobili demaniali. Quest'oggi l'agenzia del Demanio ha formalizzato la «consegna in uso governativo» dello stabile al ministero dei Beni culturali, con la sottoscrizione di un accordo tra il direttore regionale del Demanio Pierpaolo Russo, la soprintendenza archeologica speciale di Pompei, Ercolano e Stabia, quella di Napoli e quella di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, queste ultime due in procinto di fondersi in virtù della riforma voluta dal ministro Dario Franceschini. L'accordo dà attuazione a un protocollo d'intesa risalente allo scorso novembre e vede l'amministrazione di Pompei retta da Massimo Osanna come capofila del progetto proprio per il suo statuto speciale che si traduce in una maggiore disponibilità di risorse rispetto alle altre soprintendenze. Si punta a realizzare un centro di raccolta ed esposizione non solo per i reperti archeologici già disponibili, ma anche per quelli provenienti dalle future campagne di scavo, consentendo così di promuovere la conoscenza del patrimonio culturale regionale e assicurandone anche una migliore fruizione da parte delle persone diversamente abili. Una sorta di particolarissimo museo, fruibile su appuntamento magari da studiosi e addetti ai lavori. Il tutto «ottimizzando» gli spazi in uso alle diverse soprintendenza così da ridurre i costi di gestione e contribuire in questo modo alla riduzione della spesa pubblica. Dove verranno reperite le risorse per la realizzazione dei lavori di conversione della struttura? A quanto risulta al Sole 24 Ore, se ne occuperà il Mibact, attingendo dai fondi della programmazione europea 2014-2020. Che, a chiusura del Grande progetto in corso per 105 milioni, porterà altri fondi a Pompei.

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