Economia

Contratto bancari: l’Abi ritira le pregiudiziali su scatti e Tfr,…

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riparte il confronto

Contratto bancari: l’Abi ritira le pregiudiziali su scatti e Tfr, riparte il confronto con i sindacati

Alla ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto dei bancari, l’Abi ammorbidisce la linea negoziale. Come spiega il presidente del Casl Alessandro Profumo «abbiamo ritirato le pregiudiziali ma manteniamo la nostra preoccupazione perché il costo del contratto deve essere minimo per garantire la sostenibilità del settore». Le pregiudiziali riguardavano il blocco strutturale degli scatti e della base di calcolo del tfr.

Ma c’è di più, perché i banchieri, dal contratto a costo zero, sono passati a parlare, come si legge in una nota dell’Abi, della «necessità della minimizzazione dei costi», lasciando quindi intendere che ci sarebbe una disponibilità, seppure molto contenuta, a parlare di aumenti. La tempistica è stata confermata e Profumo ha ribadito la «volontà di chiudere entro il 31 marzo un contratto nazionale che, tenendo conto delle preoccupazioni sulla situazione economica delle banche, sia basato su elementi di sostenibilità». A confermare questa volontà c'è un calendario di incontri molto fitto con 3 nuovi appuntamenti il 25 febbraio, il 5 e il 10 marzo.

Dopo lo sciopero del 30 gennaio a cui ha aderito oltre il 90% dei bancari il sindacato accoglie le novità molto positivamente. «Prendiamo atto che la posizione di Abi è cambiata e che, con il ritiro da parte delle banche delle pregiudiziali strutturali su Tfr e scatti d'anzianità, il confronto potrà proseguire», dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «Vogliamo un contratto che abbia una forte motivazione sociale a difesa dell'occupazione con soluzioni che migliorino l'area contrattuale e il Fondo per l'occupazione, per garantire anche nuove assunzioni stabili di giovani – continua Sileoni -. Vogliamo, inoltre, un contratto che preveda un paracadute sociale per i lavoratori di banche che dovessero fallire e il recupero dell'inflazione per confermare il determinante peso politico della nostra contrattazione nazionale». Per il segretario generale della Fiba, Giulio Romani, «se il problema è il ritorno a una maggiore redditività delle banche e a una loro stabilità, si deve affrontare il nodo delle sofferenze bancarie, con una soluzione di sistema ma chiedendosi anche come mai ci sia stato così tanto cattivo credito, e questo non è un problema di costo del lavoro ma è un problema di gestione».
«Se c'è la volontà di trattare il rinnovo del contratto in un mese si può fare», aggiunge Massimo Masi, segretario generale Uilcai. «Profumo ci ha chiesto flessibilità ma ci deve essere anche da parte delle aziende» e una condizione è che in questo mese di trattative «non ci siano fughe in avanti» in singole banche che in qualche caso stanno proponendo «strani» accordi integrativi, secondo Masi.

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