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Italkali investe 250 milioni in Sicilia

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Industria

Italkali investe 250 milioni in Sicilia

  • –Nino Amadore

PALERMO

Un investimento di 250 milioni, 300 nuovi posti di lavoro diretti e un centinaio nell’indotto. Sono i numeri dello stabilimento per la produzione di fertilizzanti complessi quali il solfato di potassio e cloruro di sodio ricristallizzato ricavati dalla kainite che verrà estratta nuovamente, a vent’anni dall’interruzione, nella miniera di Realmonte in provincia di Agrigento, le cui riserve secondo stime, ammontano a 180 milioni di tonnellate. Un programma di rilancio dell’estrazione della kainite che fa leva sul mercato finanziario e presentato alle banche dall’Italkali, storica azienda siciliana tra i principali player in Europa tra le imprese che si occupano di estrazione, lavorazione e esportazione di salgemma di cui è amministratore delegato Francesco Morgante.

Il rilancio dell’estrazione di questo minerale coincide con il nuovo assetto societario di Italkali, società figlia della Regione imprenditrice che ha continuato ad avere la maggioranza delle azioni anche se la governance è stata da sempre affidata al socio privato, la famiglia Morgante. Una partecipazione, quella della Regione, cessata dal 31 dicembre 2014 per effetto di legge (prima il decreto legge 147/2013 e poi la legge 68/2014): l’ex socio pubblico ora dovrà essere liquidato entro la fine di quest’anno. L’uscita della Regione dalla compagine azionaria, dopo anni di tentativi di vendere la quota andati a vuoto, rappresenta una sorta di rinascita per la società palermitana che conta 270 dipendenti e ha chiuso il 2014 con un fatturato di 65 milioni: «Cessato il ruolo improprio di socio – dice Morgante – la Regione è chiamata a manifestare i propri intendimenti attraverso lo strumento vincolante della programmazione negoziata previsto dalla legge». In altre parole, viene ritenuto necessario un accordo vincolante tra Italkali e la Regione che metta, nero su bianco, i tempi autorizzativi per portare avanti il progetto. «Senza questo passaggio - ha aggiunto Morgante – sarà difficile annunziare un piano finanziario credibile». Le procedure per ottenere i permessi saranno avviate nelle prossime settimane e dalla Regione, comunque, arrivano segnali rassicuranti.

Il progetto del resto è ambizioso e lo ha spiegato Francesco Lanzino, responsabile del progetto per Italkali: «Da venti anni – ha detto Lanzino – l’Italia importa dall’estero tutto il solfato di potassio che serve per le colture di elevato valore e che per l’agricoltura biologica è indispensabile». Soddisfacente la sperimentazione, condotta in collaborazione con il Cnr e già approvata dal ministero per lo Sviluppo economico, in un impianto pilota e realizzata dalla GE Water & Process Technologies Italy, controllata dalla General Electric. Il progetto dell’impianto è stato affidato alla Sb Setec, società siracusana specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti industriali chiavi in mano e partner di parecchie multinazionali del settore energetico e petrolifero: «È stato ripreso in considerazione – ha spiegato Giuseppe Farruggio, amministratore delegato della Sb Setec – il processo di lavorazione della kainite che si caratterizza per l’assenza di inquinanti». L’impianto, che impiegherà nella fase di cantiere 900 persone,produrrà 300mila tonnellate all’anno di solfato di potassio e 280mila tonnellate l’anno di cloruro di sodio grazie alla lavorazione di 850mila tonnellate l’anno di kainite.

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250 milioni

Investimenti

I fondi che Italkali investirà per la costruzione dello stabilimento

300

Occupati

Il numero di posti di lavoro che saranno creati a regime