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Genova dà il via al piano regolatore portuale da 2 miliardi

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Genova dà il via al piano regolatore portuale da 2 miliardi

Via libera all’iter che lancia, per il porto di Genova, un nuovo piano regolatore (Prp) con opere per complessivi 2 miliardi di euro. Un progetto che comprende anche quello tracciato da Renzo Piano per il riassetto del waterfront genovese e che prevede la costruzione di una nuova diga foranea per lo scalo della Lanterna, spostata di 500 metri verso mare rispetto a quella attuale. La diga prevede un secondo ingresso per le grandi navi che si aggiunge a quello esistente di Levante.

Lo schema di piano regolatore, impostato sulla flessibilità, è stato illustrato al comitato portuale (l’organo di governo del porto) che dovrebbe approvarlo entro il mese di marzo. Poi il progetto dovrà essere sottoposto a Vas (valutazione di sostenibilità ambientale).
L’obiettivo generale del Prp, illustrato dal presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo, è di consentire al porto di Genova di essere competitivo di fronte alla tendenza delle compagnie di portare nel Mediterraneo navi sempre più grandi, garantendo così uno sviluppo futuro dello scalo che coniughi esigenze del mercato e rispetto della sostenibilità.

Con l’attuazione del piano, spiegano alla port Authority, Genova potrà lavorare tra i 5 e i 6 milioni di teu l’anno, accogliendo navi con capacità fino a 24mila teu (container da 20 piedi). Unità di questo tipo, finora, non esistono ma è prevedibile che in futuro possano essere realizzate. L’obiettivo del progetto, che è stato battezzato dai tecnici “Piano dell’acqua”, è di mettere in atto processi di modernizzazione e trasformazione, limitando al massimo i riempimenti a mare. L’iter di approvazione dovrebbe portare all’adozione del nuovo Prp entro un anno.

Lo schema di piano prevede, per il bacino di Sampierdarena, la realizzazione di una nuova imboccatura a Ponente (costo: 250 milioni per 3 anni di lavoro) e di una nuova diga, avanzata di 500 metri al largo rispetto all’attuale (1 miliardo, in 8 anni). La nuova imboccatura consentirà di evitare i problemi di evoluzione in bacino delle navi, che hanno portato, nel maggio 2013, al crollo della torre piloti di Genova, colpita dalla nave Jolly Nero durante una manovra.

Per l’area industriale del porto, il progetto prevede la realizzazione del “Blue print”, cioè il riassetto del waterfront ideato da Renzo Piano, con nuovi spazi per i cantieri di riparazioni navali e costruzione di una nuova torre piloti.

Per il porto di Pra’ (dove si sta smantellando la Costa Concordia e si trova il terminal Vte) è previsto il prolungamento del canale di calma (per accentuare la separazione dello scalo dal centro abitato di Pra’), in modo da trasformare il Vte in una grande isola per i container (collegata a terra da strada e ferrovia), caratterizzata da un possibile prolungamento a Ponente, di 750 metri, del terminal (che potrebbe così ospitare traghetti o grandi navi da crociera o merci) e l’adeguamento della diga esistente per garantire l’evoluzione delle grandi navi (costo: 500 milioni per 6 anni di lavoro), fino a una lunghezza di 500 metri.

Assecondando, poi, la richiesta del Comune per la ricollocazione in ambito portuale del polo chimico di Genova, lo schema di piano prevede alcune alternative da sottoporre a Vas e osservazioni: l’inserimento del polo presso gli spazi disponibili adiacenti al porto petroli oppure nelle aree sotto la Lanterna (dove oggi si trova una centrale Enel in via di dismissione) o, ancora, in un’area di Levante della nuova diga foranea. È prevista anche la realizzazione di postazioni per Gnl (gas naturale liquido), per lo sviluppo futuro di navi che utilizzano il metano per la propulsione.

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