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Hotel promossi in vista di Expo

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il sondaggio

Hotel promossi in vista di Expo

Per la maggioranza degli italiani - quasi due su tre - Milano e l'Italia, con i suoi albergi e tutte le altre strutture ricettive, sono pronte ad ospitare i 20 milioni di turisti attesi per l'Expo. Ma gli italiani, che in media promuovono la qualità degli hotel, si spaccano sull'idea che l'esposizione si traduca nell'atteso volano per il turismo. Il 51% ha un atteggiamento positivo, ma il restante 49% - specialmente «giovani, istruiti, professionisti» - manifesta sfiducia. E ciò che più preoccupa è la gestione del «dopo» Expo.

Il quadro emerge da un'indagine dell'Aica - l'associazione italiana Confindustria alberghi - con Ispo ricerche presentata ieri in occasione dell'assemblea che ha confermato alla presidenza Giorgio Palmucci.
A poco più di due mesi dall'apertura di Expo gli italiani, secondo il sondaggio, non nascondo la loro sfiducia soprattutto per le opportunità occupazionali che si verranno a creare grazie dopo la manifestazione: secondo il 59% molte si perderanno con la fine dell'Expo e per il 53% non esiste alcun progetto per il post-evento e non si sa che cosa rimarrà al turismo italiano. Promossa, invece, l'offerta ricettiva, in particolare quella degli alberghi di fascia alta, anche se il 40% degli italiani che ha viaggiato lo ritiene arretrato rispetto agli standard degli altri Paesi. Sul fronte dei servizi alla clientela i più apprezzati sono invece il wi-fi e il servizio navetta, seguiti dal medico in hotel e dall'attenzione verso la cucina.

«L'indagine ci conforta sull'attenzione e consapevolezza degli italiani rispetto al settore alberghiero - spiega il presidente di Aica Palmucci - ma nel contempo mette in luce l'esigenza di un segnale forte da parte delle istituzioni per non perdere questa occasione». Per Maria Carmela Colaiacovo - riconfermata alla vicepresidenza - «in molti casi ci scontriamo ancora con una burocrazia anacronistica, come nel caso della ristorazione che, ancora oggi, è soggetta ad un doppio sistema di licenze».
Per Cristiano Radaelli, commissario straordinario dell'Enit - l'agenzia nazionale per la promozione del turismo attualmente in una fase di stallo - bisogna tornare subito a «investire sul digitale e sulla formazione negli istituti alberghieri». Un tasto quest'ultimo su cui spinge anche Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme che punta il dito contro il «disastro» delle Regioni sulla formazione mentre sull'Expo si dice convinto che chi lavora nel turismo «dovrà fare da solo, come è sempre accaduto».

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