Economia

Ogm, ok finale alla direttiva Ue. Stati membri liberi di decidere

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nuove regole dal consiglio dei ministri agricoli ue

Ogm, ok finale alla direttiva Ue. Stati membri liberi di decidere

Qualche tempo fa un alto funzionario della Commissione europea, per spiegare la politica Ue in tema di Ogm, disse: «semplicemente, ce ne laviamo le mani». Un modo un po' brusco ma efficace per sintetizzare il lungo balletto che ha portato alla situazione attuale dove «ognuno decide per sé». Nel senso che, in assenza di accordi a livello comunitario, ogni partner fa come vuole. Oggi è arrivata la conferma formale (e scontata dopo il voto dell'Europarlamento), da parte del Consiglio dei ministri agricoli Ue, alle nuove regole che consentono agli Stati membri di poter scegliere se limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) sul proprio territorio nazionale.

Italia contraria da sempre
L'Italia questa volta ha tenuto fin dall'inizio una linea chiara, di netta contrarietà agli Ogm, giocando anche in anticipo in attesa della decisione di Bruxelles. Il 23 gennaio scorso infatti i ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, delle Politiche agricole, Maurizio Martina e dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, hanno firmato il decreto che sancisce il divieto di coltivazione del mais Ogm Mon810 (ultimo di una serie). Il provvedimento ha prorogato, per un periodo di ulteriori 18 mesi dalla sua entrata in vigore, il divieto già emanato con il precedente decreto interministeriale del 12 luglio 2013. La decisione ha anticipato di fatto il recepimento in Italia della nuova direttiva comunitaria in materia che sancisce il diritto degli Stati Membri di limitare o proibire la coltivazione di Ogm sul territorio nazionale.
Solo pochi giorni dopo, il 7 febbraio, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell'imprenditore agricolo Giorgio Fidenato, paladino delle battaglie a favore degli Ogm, che aveva utilizzato sementi geneticamente modificate in Friuli Venezia Giulia e aveva impugnato il decreto dei tre ministri con cui si vietava la coltura in Italia del mais Mon810, prodotto dal gruppo Monsanto. «Lo Stato membro può decidere se e per quanto tempo mantenere in vigore le misure d'emergenza nazionali adottate», aveva stabilito il Consiglio di Stato proprio in attesa della direttiva europea.

Nuove norme in vigore già a marzo
La normativa Ue dovrebbe entrare in vigore già a marzo (dopo 20 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, prevista nei prossimi giorni dopo le verifiche dei giuristi-linguisti Ue). Per il ministro lettone Janis Duklavs, presidente di turno del Consiglio agricolo Ue che ha approvato la direttiva, le nuove regole «daranno agli Stati membri la libertà di scelta: possono decidere se vogliono che colture geneticamente modificate vengano coltivate sul proprio territorio oppure no» ha detto Duklas sottolineando che la direttiva è «in linea con il principio di sussidiarietà e rispetta i cittadini».

Ogni Stato può chiedere di limitare o vietare la coltivazione di un Ogm
Con le nuove regole ogni singolo Stato membro può chiedere di limitare o vietare la coltivazione di un Ogm sul suo territorio sia durante la procedura di autorizzazione, sia dopo la sua concessione, sulla base di motivazioni «legate a obiettivi di politiche ambientali o agricole, oppure alla pianificazione urbana e del Paese, uso del suolo, impatto socio-economico, politiche pubbliche o di coesistenza». Criteri volutamente larghi che non sarà difficile soddisfare. Gli Stati membri potranno comunque rivedere la propria decisione e richiedere che il proprio territorio, o parti di esso, possano rientrare nell'ambito di applicazione dell'autorizzazione di un Ogm. Fino ad oggi invece i partner Ue potevano limitare o vietare temporaneamente l'uso di un Ogm solo in caso di emergenza o se in possesso di “nuove prove” relative al rischio per la salute umana o per l'ambiente. La nuova normativa prevede inoltre che gli Stati membri nei quali gli Ogm sono coltivati debbano farsi carico di evitare contaminazioni a danno dei terreni confinanti dove gli Ogm sono vietati.

Coldiretti: ora il Parlamento metta a punto una normativa nazionale che dia continuità alla scelta italiana di vietare gli Ogm
Soddisfatta la Coldiretti: «Ora tocca al Parlamento italiano – dice il presidente dell'associazione Moncalvo – mettere a punto una normativa nazionale che possa dare continuità alla scelta fatta dall'Italia di vietare gli Ogm». Mentre Confagricoltura pochi giorni fa aveva parlato degli Ogm di «un'opportunità per il futuro dell'agricoltura». Di certo il mondo non può farne a meno: il 90% della soia (compresa quella che alimenta molte produzioni tipiche a marchio Ue) è di origine geneticamente modificata. L'Europa può scegliere legittimamente di vietarne la coltivazione, mentre sull'import e il consumo (finalizzato all'industira mangimistica) le porte sono aperte.

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