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Expo, altri 30 milioni dalla Sea

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Expo, altri 30 milioni dalla Sea

  • –Sara Monaci

MILANO

Ancora extra dividendi dalla Sea per il Comune di Milano. La società aeroportuale controllata da Palazzo Marino (e partecipata dal fondo di investimenti F2i) contribuirà anche quest’anno - se non ci saranno ulteriori trasferimenti statali - a far quadrare i conti dell’amministrazione comunale, in difficoltà anche per gli investimenti Expo.

Dalle riserve, almeno per il momento, si prevede di attingere 30 milioni di dividendi straordinari, che si aggiungono ai 26 di utili ordinari. Ma non sarà solo la società di Linate e Malpensa a sostenere il Comune: 12 milioni extra verranno presi anche dalle riserve dell’Atm, la società di trasporto pubblico interamente controllata da Palazzo Marino.

Il 2015 è un anno difficile per l’amministrazione, reso ancora più complicato dall’assenza di alcune risposte chiare da Roma. Le incertezze contabili sono rappresentate da due voci: 89 milioni attesi dal fondo di compensazione nazionale per il passaggio dall’Imu alla Tasi, ma ancora mancanti; 44 milioni di tagli previsti dalla legge di stabilità. A questo si aggiungono i costi extra per l’evento universale: quest’anno il Comune di Milano dovrà intensificare il trasporto pubblico locale, la gestione dei rifiuti e del decoro urbano e i servizi di sicurezza, per i quali lo Stato contribuisce con 60 milioni e Palazzo Marino con altri 48. La giunta Pisapia sta chiedendo da mesi a Palazzo Chigi di aggiungere un contributo di 20 milioni per queste esigenze, in modo da alleggerire il peso per le casse cittadine, ma per ora l’obiettivo sembra lontano (e forse irraggiungibile).

Sommando dunque queste tre variabili - un potenziale buco da oltre 130 milioni e una spesa aggiuntiva in servizi per 48 milioni - ecco che il Comune si ritrova a chiedere aiuto alle sue partecipate. Che ancora rappresentano una certezza, come negli anni passati.

Per quanto riguarda i dividendi ordinari le richieste si aggirano intorno ai 55 milioni, provenienti soprattutto da Sea e A2a (rispettivamente 26 e 27 milioni), poi Atm e in piccolissime quote da Serravalle. Inoltre quest’anno, per quanto riguarda appunto i dividendi straordinari, si arriverà a 42 milioni, di cui 30 provenienti da Sea.

La società aeroportuale è “abituata” a sostenere i bilanci comunali. Dal 2000 al 2014 ha elargito quasi 641 milioni, di cui 526 proprio a Palazzo Marino (sommando gli assegni straordinari e ordinari). Gli anni in cui è stato chiesto di più sono stati il 2006 (con gli straordinari a quota 200 milioni) e il 2011 (con 147 milioni di straordinari). Solo nel 2009 e nel 2010 non è stato chiesto nessun contributo.

Ovviamente la richiesta di 30 milioni extra apre l’interrogativo su cosa farà l’azionista di minoranza, F2i, che probabilmente prenderà la sua quota parte dalle riserve. La società di Linate e Malpensa gode comunque di solidità finanziaria, in grado di tenere botta. In questi giorni le amministrazioni societaria e comunale si stanno parlando proprio per valutare la situazione.

La questione dei dividendi dovrebbe essere affrontata domani durante una commissione dedicata al Bilancio, a Palazzo Marino. Qui l’assessorato dovrebbe illustrare gli equilibri contabili ottenuti fino a qui. Non escludendo, però, di recuperare la situazione se Palazzo Chigi decidesse di intervenire mettendo finalmente a disposizione il fondo di compensazione Imu-Tasi, o coprire in qualche modo i tagli ai trasferimenti. Per ora però non regna l’ottimismo.

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