Economia

Fino a 40mila pmi innovative

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Regole e incentivi

Fino a 40mila pmi innovative

  • –Giovanna Mancini

milano

Sono oltre 10mila le imprese, tra start up e Pmi , che secondo le stime del governo potranno da subito beneficiare delle agevolazioni già destinate alle start up innovative, grazie al decreto Investment Compact che la Camera dovrà approvare entro venerdì prossimo. Circa 3.500 start up e oltre 6mila Pmi costituite da più di quattro anni (ma meno di sette) che rispondono a criteri quali il 3% di spese in R&S, un quinto del personale altamente qualificato, il possesso di un brevetto o software registrato alla Siae.

Ma questa cifra potrebbe anche salire in pochi mesi a 20mila e, nel giro di un paio d’anni, a 40mila, potenziando il testo ora all’esame del Parlamento attraverso alcune misure suggerite dalla Piccola Industria di Confidustria in un convegno organizzato ieri da Assolombarda a Milano. Ad esempio eliminando il vincolo dei sette anni dalla costituzione dell’azienda – vincolo necessario per ottenere gli incentivi fiscali sugli investimenti da parte di soggetti terzi .

«Il decreto è un importante riconoscimento del valore e del ruolo delle imprese innovative», ha commentato il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Alberto Baban. Questo bacino di Pmi che fanno della ricerca e della competenza del personale il cuore del proprio sviluppo può infatti «dare vita a un ecosistema funzionante capace di agire da driver». Certo, ha aggiunto Baban, «l’approccio è migliorabile, ma è importante registrare il cambio di passo da parte del governo sul tema».

Il sistema di agevolazioni è un esempio di politica industriale che «va nella direzione giusta», ha aggiunto il presidente Piccola Industria Assolombarda Alvise Biffi, citando ad esempio la possibilità di raccogliere capitali tramite crowdfunding, le semplificazioni amministrative, gli incentivi fiscali e la possibilità di accedere al Fondo di garanzia Pmi fino all’80%. «Già così com’è – aggiunge Biffi – rappresenta uno strumento attrattivo per molte piccole e medie aziende che verranno incentivate a intraprendere la strada dell’innovazione e sviluppare le giuste armi per la competizione su mercati internazionali».

Basterebbero tuttavia alcune modifiche per raddoppiare questo potenziale bacino di innovazione. Le proposte degli Industriali hanno incontrato il parere favorevole di Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica dello Sviluppo economico, intervenuto ieri a Milano, e non è escluso che il passaggio alle Camere tenga conto di tali suggerimenti. Anche se resta il problema delle coperture che si creerebbe di fronte a una platea troppo ampia di Pmi che abbia le caratteristiche per accedere alle agevolazioni. Tra le soluzioni proposte dagli Industriali, il potenziamento di strumenti differenziati di politica industriale e il ricorso per alcuni di essi ai fondi strutturali della nuova programmazione 2014-2020.

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