
«È stato un uomo che ha creduto fortemente nell’innovazione. Un grande innovatore della chimica italiana». Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha ricordato Guido Ghisolfi entrando nel Duomo di Tortona (Alessandria) dove si sono svolti i funerali del vicepresidente della multinazionale Mossi & Ghisolfi, morto suicida martedì scorso. Non era presente il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, grande amico dell’imprenditore. Il premier ha inviato una corona di rose bianche e orchidee.
Ma, a testimoniare il legame fortissimo tra l’imprenditore cinquantottenne ed il territorio era sufficiente la folla che ha riempito il Duomo. Profondamente commossa, in lacrime, stretta attorno alla vedova di Ghisolfi ed ai 4 figli. Sino all’applauso che ha accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa.
Commosso, ed in silenzio, anche Sergio Chiamparino, il presidente della Regione Piemonte che subito dopo la notizia della morte dell’imprenditore aveva spiegato di aver perso un amico. Così come un’amica era Rita Rossa, sindaco di Alessandria e presidente della Provincia: «Era una personalità complessa che - ha spiegato - guardava sempre avanti, appassionato dei giovani che spronava a non arrendersi mai». Rossa ha aggiunto che Ghisolfi invitava spesso i ragazzi a non rinunciare mai ai propri sogni, a lottare sino in fondo, a dare sempre il meglio di sé.
Un amico per tanti, più ancora che un imprenditore alla guida del secondo gruppo italiano della chimica. Imprenditore coraggioso ed innovativo, ma anche alle prese con la depressione che, probabilmente, è stata la causa del suicidio. «Il momento di buio che ha portato l’ingegner Guido a compiere quel gesto - ha affermato, commosso, il vescovo Vittorio Viola - non ci toglie la possibilità di amarlo ancora». Anche se la conseguenza è questo «momento faticoso», come l’ha definito il vescovo. Faticoso innanzi tutto per la famiglia, ma anche per tutta la comunità. «Voglio pensare - ha proseguito Viola - che Dio abbia accolto Guido svelandogli il segreto di qualche polimero che ancora non aveva conosciuto». Un segreto in più rispetto a quelli che Ghisolfi aveva invece svelato riuscendo a produrre biocarburanti utilizzando le canne che crescono nei fossi.
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