Economia

L'auto elettrica? La metto «in rete» e commercio energia

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TECNOLOGIA E NUOVE FRONTIERE

L'auto elettrica? La metto «in rete» e commercio energia

È notte, attacco la presa e faccio il pieno. La mia auto elettrica farà il suo dovere (oggi forse no, tra un paio di anni quasi certamente sì) almeno tre o quattro giorni. Torno a casa nel pomeriggio. Le batterie sono ancora colme. Riattacco la presa ed ecco il miracolo. Questa volta l'elettricità fa il percorso contrario. L'ho comprata di notte, a prezzo scontato. Di giorno la utilizzo per contribuire ad alimentare la mia abitazione. Non solo: il contatore intelligente me la fa addirittura scambiare con la rete elettrica nazionale. Quella che mi ha fatto lo sconto di notte quando i consumi sono bassi ma di giorno è disposta a riacquistarne l'energia ad un prezzo più alto pur di soddisfare al meglio la fame di richiesta.

Sembra (sembrava) un sogno, l'esibizione di qualche visionario. Invece è realtà. O meglio: lo sarà prestissimo. La sperimentazione è già in atto. Protagonista la nostra Enel, attraverso la sua controllata spagnola Endesa. Insieme al colosso automobilistico Nissan, che ci mette l'intelligenza e la tecnologia delle sue auto elettriche. Pronti per la più suggestiva applicazione del binomio smart grid - smart city: l'integrazione biunivoca tra domanda e offerta elettrica all'insegna della produzione distribuita e dell'efficienza energetica.

Debutto spagnolo
L'accordo, o meglio il memorandum di intesa di tutto ciò, è stato firmato nella grande fiera dell'automobile di Ginevra. Immediato il battesimo operativo. La prima iniziativa sul campo sarà inaugurata giovedì 12 marzo in Spagna, a Madrid. Perché lì è non da noi? Qui in Italia l'Enel ha il suo comando nevralgico e qui elabora la sua intelligenza prospettica. Qui c'è uno dei principali avamposti dell'auto elettrica Nissan, che si sta facendo largo anche tra i taxi della capitale. Non manca niente. Niente tranne (lo diciamo noi e non i protagonisti di questo gioco, che per ora hanno scelto la via della cauta diplomazia) il nemico giurato della tecnologia del vivere comune in Italia: la burocrazia, il groviglio delle norme, la conclamata diffidenza ad oliare i meccanismi della sperimentazione delle nuove regole. Dagli artefici dell'accordo solo un cauto richiamo alle istituzioni: “ l'accordo richiederà i paesi europei di riscrivere le proprie politiche di gestione energetica per prepararsi a favorire la rivoluzione tecnologica” innescata da iniziative come questa.

Noi e gli altri
Consentire all'automobile di scambiare l'elettricità in rete non è, beninteso, un gioco facile. Ci sono da risolvere molteplici problemi. Regole, norme, contrattualistica del settore. La tecnologia ci ha abituato a questi paradossi: va più avanti lei di ciò che gli sta intorno. Sta di fatto che in Spagna evidentemente stanno messi meglio di noi. Consoliamoci pensando che grazie alla sperimentazione iberica l'Enel potrà partire anche qui, di buona lena, non appena sarà possibile.

Bruno Mattucci, amministratore delegato di Nissan Italia, ci crede. La nuova frontiera promette vantaggi a tutti: al singolo consumatore, che facendosi co-produttore di energia potrà finanziare la sua mobilità. Alle società elettriche, che potranno godere di un moltiplicatore nel loro sviluppo tecnologico. E all'intera comunità, grazie ai guadagni di efficienza e quindi di economicità del sistema elettrico nazionale. “Diamo il benvenuto – dice Mattucci - a questo progetto di scambio energetico tra Nissan e Endesa che apre la strada ad un futuro anche nel nostro paese. L'auto elettrica dovrà rivestire un ruolo predominante all'interno delle smart city per le sue potenzialità di riduzione dei consumi e delle emissioni, oltre che come accumulatore mobile in grado di immagazzinare energia quando conviene e anche di restituirla conferendole in rete o direttamente alla nostra abitazione quando c'è bisogno o quando l'energia costa di più”. E comunque “da mezzo di trasporto l'auto si trasforma – insiste Mattucci - in vettore energetico in grado di stabilizzare i flussi di rete fornire delle risposte alla ricerca sulla generazione distribuita”. Dunque “il nostro Veichle to grid può realmente diventare una delle applicazioni più efficaci per le smart city” azzarda in manager.

Come funziona
Tutto ciò all'insegna dell'energia il più possibile pulita anche dal punto di vista della generazione di base. La soluzione messa a punto da Enel e Nissan “comprende - si legge in una nota - un caricatore bidirezionale e un sistema di gestione compatibile con la generazione di energia rinnovabile tramite impianti esterni alla rete, quali pannelli solari e turbine e eoliche”. Così l'auto elettrica può creare importanti sinergie tecnologiche e gestionali con la produzione di energia verde. In realtà lo sta già facendo. Ad esempio con il riutilizzo delle batterie semi-esauste delle automobili che possono avere una seconda vita proprio nei sistemi di accumulo “fissi” dell'energia verde. Nissan si è già imbarcata in un progetto pilota in Giappone, in collaborazione con la Sumitomo, al servizio di un impianto fotovoltaico da 10 MW ad Osaka.

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