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La cantina in «rosa» che ha intrapreso la strada green della…

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VINO

La cantina in «rosa» che ha intrapreso la strada green della sostenibilità

Una cantina tutta al femminile. Arrivata alla sua quinta generazione di vinificatori e con la voglia di investire in produzioni a basso impatto ambientale. È la strada scelta dalla Cantina Josetta Saffirio di Monforte d’Alba, a Cuneo. Terra di Barolo, quella.

Quella della sostenibilità è una scelta radicata, nata dall’idea che «la sostenibilità – dice Sara Vezza, titolare dell’azienda ereditata da Josetta Saffirio – devi averla nella pancia». La Cantina è una delle venti aziende italiane inserite nel progetto europeo “Tergeo”: alle spalle tre anni di cammino per promuovere e introdurre in azienda scelte green.

In fila, le azioni che fanno dell’azienda – 5 ettari di terreno e una produzione media annua di 25-30mila bottiglie – una sorta di laboratorio di sostenibilità: la riduzione dei prodotti chimici usati nei vigneti, prototipi di trattori più leggeri, per rispettare la terra, procedure per la corretta gestione dei rifiuti speciali, un impianto fotovoltaico che produce il doppio dell’energia necessaria alla cantina. La stessa cantina è stata progettata in modo da essere integrata nel paesaggio rurale e ridurre lo scambio termico con l’esterno grazie ad un sistema di isolamento termico realizzato con sughero naturale. Anche la scelta dei fornitori ha seguito la stessa filosofia, così come l’attenzione a ridurre gli imballaggi grazie a vetro più leggero (riciclato al 90%), tappi più corti e meno cartone.

La cura della terra è una delle note strutturali della cantina, con la lavorazione non profonda del terreno prima della messa a dimora delle piante, con l’inerbimento totale del filare per ridurre l’erosione delle acque superficiali, accanto all’utilizzo di macchinari e trattori “leggeri” per non danneggiare il terreno. «Produciamo vini da cinque generazioni – racconta Sara – e nella nostra cantina abbiamo anche il Rossese Bianco. Si tratta di una varietà autoctona e rara, sono soltanto tre le cantine che lo producono, arrivata dalla Liguria su questa collina 200 anni fa».

Nel futuro, il progetto del bioparco: «Stiamo lavorando alla realizzazione di un parco, dove regnano le specie autoctone di fauna e flora, con l’obiettivo – spiega Sara – di avvicinare le scuole al mondo e alla cultura del vino e ridurre ulteriormente la nostra impronta ecologica». Il tutto sotto la buona stella di uno gnomo, simbolo della cantina presente su tutte le etichette e al centro di un restyling appena concluso, in vista del Vinitaly.

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