Economia

Ilva avanti con i motori al minimo

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Industria

Ilva avanti con i motori al minimo

  • –Domenico Palmiotti

TARANTO

L’Ilva è alla vigilia dello stop dell’altoforno 5. Il più grande impianto europeo verrà fermato nella notte tra il 12 e 13 prossimi per essere sottoposto ai lavori di rifacimento previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale. Non ancora completato il piano operativo della fermata. È materia, questa, che l’Ilva definirà nei prossimi giorni non appena il quadro delle risorse sarà più chiaro in termini di disponibilità effettiva. Si calcola che lo stop dell’altoforno 5 possa durare circa sei mesi. Per i costi il commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, in un’audizione in Parlamento dei mesi scorsi, ha indicato una stima di circa 250 milioni. Il decreto convertito in legge dal Parlamento assegna ai commissari, oltre alle risorse di Fintecna (156 milioni di euro), anche la possibilità di contrarre un prestito garantito dallo Stato sino a 400 milioni. Soldi che dovrebbero andare agli investimenti industriali e all’innovazione.

Fermando l’altoforno 5, l’Ilva passerà, in termini di produzione giornaliera di ghisa, da 16.500 a circa 10-11mila tonnellate, quest’ultime divise tra gli altiforni 2 e 4. Il siderurgico avrà quindi in funzione solo due altiforni su quattro perché l’altoforno 1 – fermo da dicembre 2012 per lavori – non dovrebbe essere rimesso in marcia prima di agosto e sino ad allora l’Ilva di Taranto viaggerà con uno standard minimo. Anche perché dal 17 al 20 marzo – secondo una data orientativa fornita dai sindacati – dovrebbe fermarsi anche l’acciaieria 1. Lo stop degli altiforni impatta anche a valle del ciclo e di conseguenza crescerà il ricorso ai contratti di solidarietà che nelle scorse settimane sono stati rinnovati, per tutto il 2015, per un numero massimo di 4.074 unità. Al contrario del 2014 e 2013, quando gli ammortizzatori sociali sottoscritti per circa 3.500 addetti sono stati usati per un numero inferiore, stavolta, invece, ci si avvicinerà alla quota massima.

E oggi a Taranto l’Ilva incontra i trasportatori per vedere come ripartire dopo l’accordo dei giorni scorsi. L’azienda si è detta disponibile a versare il 60% di acconto sulle nuove commesse (dal 15 marzo e sino ad agosto), a saldare il resto entro 30 giorni, e a verificare la possibilità di venire incontro alle richieste della categoria a proposito dei crediti pregressi, cioè precedenti l’amministrazione straordinaria. Che intanto dal 5 marzo scorso è estesa anche a sei società controllate dall’Ilva. Si tratta di Ilvaform, Innse Cilindri, Ilva servizi marittimi, Sanac, Taranto Energia e Lyonnaise Deroulage SA. Giudice delegato Caterina Macchi.

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