Economia

«Solo 60 grandi opere di serie A»

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Industria

«Solo 60 grandi opere di serie A»

  • –Giorgio Santilli

Solo 8% di opere finite? Valgono 23 miliardi. Altri 20 sono di spese fatte su lavori in corso e 28 di Av

«Sulle grandi opere c’è bisogno di una svolta che consiste nella selezione di un numero limitato di priorità. Già con il prossimo Def indicheremo, rispetto alle 315 opere che oggi fanno parte della legge obiettivo, una sessantina di interventi su cui convogliare le risorse aggiuntive che stanzieremo da qui in avanti. È in corso un confronto con le Regioni cui stiamo chiedendo di indicarci poche priorità, poi alla fine decideremo tenendo conto della programmazione europea e della programmazione strategica nazionale per aeroporti, porti e logistica». Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, riconosce che dal 9° Rapporto Camera-Cresme sullo stato di attuazione della legge obiettivo (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) emerge una criticità nella programmazione delle grandi opere quando si afferma che solo l’8% delle opere della legge obiettivo è stato completato, ma nega che sia marginale la spesa effettuata negli anni passati.

È giusto dire che la legge obiettivo non ha centrato le finalità per cui era nata?

La legge obiettivo aveva due finalità: rimettere in moto la realizzazione di infrastrutture che nel 2001 era bloccata e monitorare quel che si faceva. Questi due obiettivi sono stati raggiunti. Anche il monitoraggio della Camera, che io stesso volli quando ero parlamentare della commissione Trasporti, ha senso se è strumento di raccordo fra lavoro del governo e controllo parlamentare. La fotografia che il Rapporto scatta quando dice che solo l’8% delle opere è stato ultimato mi pare poco aderente alla realtà.

In che senso?

Anzitutto l’8% di opere ultimate significa una spesa in valori assoluti di 23 miliardi. Aggiungerei a questo la parte dei 43 miliardi di opere in corso che è stata già realizzata. Secondo i nostri conti, parliamo di 20 miliardi. Infine l'Alta velocità Torino-Milano-Napoli non è formalmente compresa nel programma ma la legge obiettivo fu decisiva nel rimettere in moto un'opera bloccata. Sono altri 28 miliardi di investimenti. Quindi abbiamo 51 miliardi di opere completate e altri 20 di spesa effettiva di avanzamento lavori. Non è poco.

Dire che 28 miliardi di Alta velocità siano attribuibili alla legge obiettivo è un’affermazione un po’ forte.

Non ho detto questo, ho detto che la legge obiettivo ha contribuito a sbloccare quell’investimento: sui 30 miliardi spesi per l’alta velocità, 28 sono per le realizzazioni dopo il 2002. Ai cittadini, in fondo, interessa sapere che le opere sono realizzate. Comunque 43 miliardi di investimenti dentro il perimetro della legge obiettivo non sono pochi. ripeto: è la programmazione della legge obiettivo che va cambiata, per concentrarci sulle priorità effettive. Dobbiamo individuare la nostra “core network”, come è stato fatto in Europa.

Quali sono le priorità che ha in mente?

Certamente i collegamenti infrastrutturali con l’Europa. In secondo luogo, le opere della nuova pianificazione strategica che stiamo facendo. Il piano aeroporti, per esempio, che è stato apprezzato a Bruxelles ed elenca le opere da realizzare, compresi i collegamenti ad alta velocità con i tre principali aeroporti del Paese.

Avete risposto positivamente alle proposte di Fs?

Sì e ora loro stanno lavorando. Su Venezia siamo ovviamente più avanti perché ci isneriamo sulla linea Av già in fase di realizzazione, mentre per Fiumicino e Malpensa abbiamo dato indicazione di avviare la progettazione strategica.

Quali altri novità nelle 60 opere strategiche?

Inseriremo le opere degli altri piani strategici, come quello dei porti e della logistica: soprattutto interventi di collegamento fra retroterra portuale e reti. Poi avremo molti interventi per le città perché il vero tema strategico emergente per l’Italia è quello dei collegamenti fra reti infrastrutturali e nodi. L’ultima novità è quella delle reti immateriali, per esempio le reti digitali, come già scritto nel decreto sblocca-Italia e confermato dall'approvazione, la scorsa settimana, del piano per la banda larga.

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