Economia

Crociere, via alle aggregazioni

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Industria

Crociere, via alle aggregazioni

  • –Raoul de Forcade

Sta andando verso una trasformazione radicale il settore delle crociere. È partito, infatti, un processo di aggregazione, con fusioni in corso, che sembra puntare alla creazione di un terzo polo di marchi del settore, che si aggiunge a quelli gestiti da Carnival e Royal Caribbean. Ma anche all’interno dei grandi gruppi è in corso una fase di razionalizzazione dei brand per i quali vengono accentrate le funzioni operative, legali e amministrative.

La nuova tendenza del comparto è al centro dell’attenzione tra gli operatori presenti all’edizione 2015 del Seatrade Cruise Shipping di Miami, la principale manifestazione mondiale dedicata alle crociere, che si è aperta ieri e si chiuderà il 19 marzo. A spiegarlo è Sergio Senesi, alla guida di Cemar Agency Network che alla kermesse statunitense, ha presentato le previsioni sull’andamento del mercato crocieristico italiano. Proiezioni che si discostano , al ribasso, da quelle, illustrate la scorsa settimana dalla società Risposte Turismo. Mentre quest’ultima prevedeva, per il 2015, una crescita del 5,4% dei passeggeri movimentati in Italia, lo studio di Senesi prefigura una impennata più contenuta: «i passeggeri movimentati in Italia – si legge nella ricerca – saranno 10,6 milioni (+2,82 rispetto al risultato del 2014, pari a 10.36 milioni). E mentre Risposte Turismo prevedeva una discesa dl 2,3% delle toccate nei porti italiani, Senesi calcola che queste «resteranno stabili».

Riguardo alle aggregazioni, Senesi ritiene che siano stati i venti di crisi a spingere, in generale, le compagnie ad avviare razionalizzazioni. Il gruppo Carnival, ad esempio, ha unito gli uffici operativi, legali e amministrativi di Holland America line, Princess e Seabourn. E in questo schema rientra la decisione di Costa Crociere (che nel 2014 ha assorbito le navi del marchio Iberocruceros) di riunire ad Amburgo le funzioni operative di Costa e Aida. Inoltre si sta formando un nuovo polo crocieristico sotto la holding Genting Hong Kong (Ghk), che già controlla Star Cruises, ha appena acquisito Crystal Cruises e detiene il 25% di Norwegian Cruise Line, la quale , a sua volta, da poco ha acquistato Prestige Cruise Holdings.

«Credo – afferma Gianni Rotondo, direttore generale di Royal Caribbean Italia – che il futuro vada nella direzione di razionalizzare. Rccl ha gli uffici marittimi a Miami e poi strutture di sales & marketing nel mondo. A margine di questo approccio centralizzato, inoltre, l’azienda si muove con joint venture, come quella con Tui, da cui è nata Tui Cruises».

Anche Neil Palomba, direttore generale di Costa Crociere, ritiene che le aggregazioni siano «un’evoluzione molto frequente nello sviluppo dei principali settori economici: inizialmente ci sono diverse aziende che operano; poi queste aziende si concentrano in gruppi per espandersi e conquistare nuovi mercati e clienti; quindi si razionalizzano le risorse per essere sempre più competitivi a livello globale. Per quanto riguarda Costa, l’obiettivo è quello di creare un'eccellenza che a livello di settore non ha precedenti».

Diversa la posizione di Msc Crociere, la compagnia del gruppo Aponte. «Le joint-venture – dice l’ad Gianni Onorato - sono il modo più veloce per restare competitivi di fronte alla globalizzazione dei mercati, tuttavia con queste operazioni si rischia di perdere la propria l’identità. Perciò Msc ha scelto di non percorrere questa strada: vuole mantenere un’identità forte e riconoscibile. Siamo infatti l’unica grande compagnia ad essere mono-brand, europea e non quotata in borsa».

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