Economia

A Pompei riapre Villa Dei Misteri. Franceschini: «Si volta…

  • Abbonati
  • Accedi
BENI CULTURALI

A Pompei riapre Villa Dei Misteri. Franceschini: «Si volta pagina»

Ultimato il restauro, viene riaperta al pubblico Villa dei Misteri, una delle domus più note di Pompei antica. L’opera rappresenta un importante passo in avanti verso la tutela e la valorizzazione dell’area archeologica più nota nel mondo, oggetto tra l’altro di un grande progetto di recupero e messa in sicurezza finanziato con 105 milioni dalla Unione Europea.
A tagliare il nastro è stato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

«Oggi l’Italia restituisce al mondo una meraviglia – ha detto Franceschini, accompagnato dal Soprintendete Massimo Osanna e dal dg del Grande Progetto Pompei, il generale Giovanni Nistri – Pompei sta voltando pagina e l’Unesco ne ha dato atto quando, al termine di una visita di quattro giorni, ha elogiato il lavoro in corso e ha precisato che non ci sono più rischi che la città antica venga esclusa dalla lista dei monumenti con tutela internazionale».
La Villa, caratterizzata dagli affreschi ispirati al culto di Bacco, scoperta tra il 1929 e il 1930 dell’archeologo Amedeo Maiuri, è stata restaurata in due anni e tre mesi con fondi ordinari della Soprintendenza speciale, per 900mila euro: l’intervento ha recuperato tutti gli apparati decorativi, mosaici e pitture degli oltre 70 ambienti. Lavoro eseguito non prima di un approfondito studio e usando tecniche molto innovative, come il laser, per rimuovere i residui di cera dagli strati superficiali.
L’inaugurazione di Villa dei Misteri è stata anche occasione per fare il punto sulla attuazione del grande progetto Pompei. Restano solo tre i cantieri del Grande Progetto conclusi e solo 7 i milioni spesi e certificati, ma in compenso è cresciuto il numero delle gare avviate (16) per un valore complessivo di 98 milioni di cui 9 aggiudicate da 66 milioni pari a 42 se si sottrae il ribasso praticato. Sono intanto stati aperti 13 cantieri, tuttora attivi, dodici dei quali dovranno essere chiusi entro fine 2015.
«Abbiamo cambiato pagina – ribadisce Franceschini – Stiamo anche ampliando l’offerta in vista di Expo e dei milioni di visitatori che arriveranno in Italia. Non abbiamo risolto tutti i problemi, ma ci stiamo lavorando».
Agli interventi avviati intra moenia, si aggiunge poi l’istituzione di un tavolo interistituzionale, cui partecipano i sindaci dei comuni dell’area vesuviana, che ha avviato una programmazione per migliorare infrastrutture e servizi nella buffer zone, come da tempo sostenuto e progettato dall’Unione industriali di Napoli. Per il ministro Franceschini sono numerosi i privati interessati a cofinanziare progetti. «Ci sono molte aziende interessate a diventare sponsor. Ciò è anche il risultato della nuova legislazione, che consente di utilizzare il 65% delle somme devolute da detrarre come credito d’imposta».
Quanto alla disponibilità di risorse, il ministro dei Beni culturali ha precisato: «Ritengo che alla fine del piano dei 105 milioni, se avremo dato alla Unione Europea prova di aver lavorato bene, faremo nuove richieste che credo verranno gestite sempre dalla struttura del Grande Progetto Pompei».
Villa dei Misteri ha avuto diverse destinazioni d’uso, anche a causa del susseguirsi di proprietari, tra cui la gens degli Istacidii, famiglia di rango della Pompei augustea. Da dimora di otium si tramutò in villa rustica con diversi adattamenti dell’impianto architettonico originario del primo secolo a.C., l’ultimo dei quali dopo il terremoto del 62 d.C, con la conversione a complesso agricolo per la produzione di vino. Il nome attuale si deve alla megalografia che occupa le pareti della sala dei Misteri, un ciclo di affreschi dominato dalla coppia divina nella parete di fondo, Dioniso e Afrotide. Sul muro sfilano da un lato il mondo di Dioniso, con i suo baccanali, dall’altro la preparazione di una fanciulla a una cerimonia di nozze. Qui più che altrove é visibile la vividezza dei colori restituita dopo la rimozione di strati di cera e benzina che, insieme all’inserimento di lamine di piombo, tra gli anni 50 e 80 hanno impedito che le pitture fossero aggredite dagli agenti atmosferici, ma hanno anche causato ossidazioni e una patina opaca.
A Pompei si sta lavorando intanto anche sulla gestione e organizzazione e su una più ricca offerta di eventi culturali. Sono state assunte 85 persone e inoltre uno staff del ministero si dedica a supportare le attività della Soprintendenza.
Importante appuntamento è quello fissato per il 26 maggio, quando i visitatori degli scavi di Pompei potranno visitare per la prima volta la mostra dei calchi in gesso delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C che verrà allestita all’interno dell’Anfiteatro. In parallelo aprirà nel Museo archeologico nazionale di Napoli la mostra “Pompei in Europa”. Negli scavi di Pompei, nello stesso periodo, sarà possibile visitare anche una inedita mostra fotografica, con immagini d’epoca degli scavi provenienti dall’archivio della Soprintendenza.

© Riproduzione riservata