Economia

Vinitaly fa il pieno di buyer esteri

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Vinitaly fa il pieno di buyer esteri

  • –Emanuele Scarci

Le aspettative

Mantovani: la fiera ha investito

il 34% in più nell’incoming

Frescobaldi: un aiuto dal dollaro

Lunelli: agenda fittissima

Zanella: interessati alla qualità

VERONA

Via da oggi alla kermesse del vino. Ritorna il Vinitaly dei record e quest’anno ancora più internazionale grazie a una maggiore presenza di buyer provenienti dall’estero.

Tutto esaurito al 49° Salone internazionale del vino, in programma a Verona fino al 25 marzo, con oltre 4mila aziende espositrici e 90mila metri quadrati di superficie netta (comprese gli spazi di Sol&Agrifood ed Enolitech). Per questa edizione Veronafiere ha aumentato l’investimento sull’incoming del 34% a 2 milioni di euro. Gli organizzatori di Vinitaly stimano una presenza record dei buyer esteri: 55mila provenienti da 120 Paesi. Del resto Vinitaly è l’unica manifestazione completa del vino italiano e chi fa ne fa un business è costretto a passare da Verona.

«Quest’anno – spiega Giovanni Mantovani, dg di Veronafiere - Vinitaly sarà punto di arrivo di un’intensa attività di incoming, che abbiamo realizzato e potenziato con il supporto dei ministeri dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole e dell’Ice. L’unione delle forze ci ha permesso di coinvolgere buyer e delegazioni di operatori selezionati da tutto il mondo, con un incremento dell’investimento del 34%». I pre-accrediti registrati da Vinitaly «sono molto elevati» aggiunge Mantovani.
I buyer saranno impegnati, all’interno dell'International Buyers’ Lounge, in incontri B2b con le aziende nel corso di Taste&buy Vinitaly. Quanto ai saloni specializzati, anche quest’anno c’è VinInternational, il salone dei produttori esteri, con vini provenienti dai principali Paesi. Confermato Vinitalybio, con un incoming dedicato ai buyer da Germania e Belgio interessati ai vini biologici certificati. Inoltra torna, per il quarto anno, Vivit , il salone dei vini artigianali.

Il vino, nonostante la frenata del 2014 (”solo” +1,4%), è il settore dell’agroalimentare italiano più export oriented: vale 5,11 miliardi. L’Italia è leader negli Usa con 1,1 miliardi di euro, in Germania con poco meno di 1 miliardo e uno dei principali nel Regno Unito con 657 milioni.

Ieri a Verona nel Palazzo della Gran Guardia c’è stata l’anteprima di OperaWine che ha selezionato, in collaborazione con Wine Spectator, le cantine italiane Top 103, di cui venti new entry. Oggi invece il taglio del nastro a Vinitaly da parte del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che, ieri, a OperaWine ha dichiarato che per il 2015 «l’obiettivo per l’export di vino è di 5,5 miliardi, con una crescita dell’8-9%. E per questo il ministero mette in campo un’azione di semplificazione amministrativa, il piano per l’internazionalizzazione del made in Italy e il Padiglione del vino di Expo».

Quali le aspettative dei produttori a Vinitaly? «Siamo molto fiduciosi - dice Lamberto Frescobaldi, dell’omonima cantina toscana - e speriamo molto nei buyer americani che si sono subito accorti della sostanziale parità tra dollaro ed euro. ProWein o meno, questa è la fiera del vino italiano e degli operatori devono venire qui».

Matteo Lunelli, presidente di Ferrari, si dichiara «un fan di Vinitaly. Ho un agenda fitta di appuntamenti con buyer italiani ed esteri. E mi eccita il fatto che subito dopo si aprirà il palcoscenico del padiglione del vino di Expo: nell’edizione del 1906 Ferrari vinse una medaglia d’oro».

Maurizio Zanella, ad di Ca’ del Bosco, è molto ottimista. «All’estero cresciamo a due cifre, sia pure partendo da piccoli numeri. Ma non ci interessano le grandi quantità quanto la qualità. In agenda abbiamo una raffica di meeting con buyer di Giappone, Usa, Regno Unito e Germania». Per Giancarlo Moretti Polegato, titolare di Villa Sandi, «il 70% dell’export di Prosecco è consumato negli Usa, in Germania e Regno Unito. Il 30% nel resto del mondo. Puntiamo molto sull’Asia ma per quest’anno dovremo prima adeguare la produzione». Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio di Montalcino, sottolinea che Vinitaly «è un’occasione irrinunciabile per incontrare la nostra rete vendita italiana con i loro clienti». Infine Antonio Rallo, ad di Donnafugata, apprezza «il processo di internazionalizzazione impresso dal vertice di Veronafiere. Il mondo cambia e bisogna porsi nella condizione per esserne protagonisti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI

120

I Paesi di provenienza

dei buyer

Sono circa 55mila gli operatori che si sono pre-accreditati per partecipare all’edizione di Vinitaly che si apre oggi nel quartiere fieristico di Verona. Saranno presenti tutti i maggiori operatori del vino del mondo: dalla grande distribuzione agli operatori specializzati

1,1 miliardi

L’export negli Usa

Gli Stati Uniti sono il Paese più interessante e tra i più rappresentati in Fiera. Il rafforzamento del dollaro e la crescita economica americana rendono il mercato molto appetibile per i produttori europei e italiani in particolare