Economia

Nasce «M2», nuova formula retail per l’arredo Made in Italy

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INDUSTRIA & DESIGN

Nasce «M2», nuova formula retail per l’arredo Made in Italy

Una vetrina multimarca di grandi dimensioni che metta insieme la cucina di gamma medio-alta con il cucchiaino e la teiera “griffati”, trasferendo l’esperienza (di successo) dell’arredo di design ”low cost”su una fascia di produzione “100% Made in Italy” di alta qualità ma a prezzi accessibili.

L’inedito progetto di retail d’arredo – che punta a quella fascia intermedia di mercato tra catene a basso costo e monomarca di lusso – si chiama “M2” (ovvero, “Metroquadrato”) ed è stato presentato ieri a Milano.

Si tratta di un network di 4 centri di grandi dimensioni in Italia e, a regime, 8-10 all’estero (circa 13mila mq ciascuno per 25 milioni di euro di investimento su viascun punto vendita) Il primo aprirà a Roma Castel Romano nel 1° semestre 2016, poi Bologna, nel II° semestre e infine Roma sud e Milano nel 2017. Nel 2017, poi, sono previste le due “aperture pilota” in Europa e nell’extra-Ue, con un piano di sviluppo internazionale che entro il 2020 dovrebbe portare all’apertura di 8-10 centri multimarca all’estero (le destinazioni estere sono ancora da definire), che offriranno ad aziende medio-piccole dell’arredo e dei complementi di design di alta qualità ma meno noti al grande pubblico (e quindi senza un brand attrattivo che di per sè possa sostenere un negozio monomarca) di avere un canale distributivo verso il cliente finale, con spazi espositivi, personale di vendita, marketing e promozione del brand curati esclusivamente dal retailer.

Le aziende saranno coinvolte nel progetto attraverso la stipula di un contratto estimatorio che non prevede investimenti retail ma solo contributi forfettari alle spese di gestione e una royalty sul fatturato mensile. Insomma, «i costi d’affitto, del personale di vendita, di marketing, pubblicità, eventi e promozione – ha spiegato Antonio Marmolaro, direttore commerciale di M2 – sono interamente sostenuti dalla società di gestione del centro “M2”. La società si occuperà dunque sia della vendita assistita, della progettazione, consegna e montaggio, oltre a offrire finanziamenti agevolati, un servizio di call center e un sito e-commerce. I centri ospiteranno anche un ristorante gestito da chef stellati che porteranno il meglio della cucina italiana». Ai consumatori, ha proseguito Marmolado, « viene offerta una nuova esperienza d’acquisto, dove potranno trovare le ultime tendenze delle principali aziende made in Italy della fascia media/medio-alta». Ogni negozio “M2 “ prevede la presenza di circa 100-130 aziende all’interno di un grande open space così suddiviso: 40% arredo, 28% complementi, 14% casalinghi, 10% tessile, un 9% per varie e servizi e 10% spazio Outlet.

Per ogni centro vendita è previsto un investimento complessivo di circa 25 milioni di euro. A regime, gli obiettivi sono circa 20 milioni di euro di vendite al primo anno, 80 dipendenti e circa 1 milione di visitatori.

Dietro “M2” c’è una compagine societaria composta da un pool di imprese e professionisti: la società Innovatec (società del gruppo Kinexia e quotata sull’Aim di Borsa Italiana), attiva nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili, con il 25%, lo studio associato di progettazione urbana Preger di Cesena( 15%), Km Vero (15%) e, con il 40%, Mario Esposito, già presidente di Design Outlet Italiano con all’attivo un curriculum da manager in importanti aziende italiane della moda. Ogni progetto prevede, poi, un diverso investitore immobiliare, che è anche proprietario dei terreni e parte attiva nella costruzione dei centri. Per Roma- Castel Romano, la cui costruzione è già in corso d’opera, c’è Ecofim.

Una sfida che sconta una domanda interna stagnante e il precedente di Design Outlet Italiano, che con i suoi centri non è riuscito del tutto a decollare. «Il settore dell’arredo e del design italiano – ha sottolineato Mario Esposito – sconta una forte carenza distributiva che penalizza le piccole e medie imprese. Il posizionamento dei nuovi centri italiani tiene conto di bacini di utenza importanti, che saranno il trampolino per la fase di internazionalizzazione su cui stiamo registrando un grande interesse da parte di numerosi investitori esteri».

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