Economia

Prove di cordata per salvare Stefana

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Lavoro

Prove di cordata per salvare Stefana

IN DIFFICOLTà

Il comparto dei lunghi

sta soffrendo più di altri

la sovracapacità produttiva

e dal 2008 ha registrato

un -36% sul mercato interno

piombino (li)

Prove di cordata per il salvataggio della Stefana di Nave, il gruppo siderurgico bresciano (controlla quattro stabilimenti e dà lavoro a circa 600 persone) in concordato preventivo. In queste settimane si sta intensificando il dialogo tra diversi produttori siderurgici bresciani per provare a costruire, entro la fine di aprile, un’ipotesi di rilancio del produttore (anche in un’ottica di razionalizzazione della capacità produttiva sul mercato dei lunghi) entrato in crisi a causa della situazione congiunturale che ha appesantito la già difficile situazione finanziaria del gruppo.

«C’è una forte sensibilità da parte dei produttori locali» spiega Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e ad di Duferco, che non smentisce le riunioni tra i principali protagonisti dell’acciaio bresciano. «Il tema dell’occupazione legato a questa crisi - spiega - non può essere eluso. C’è un problema di tenuta sociale».

Le difficoltà della Stefana mettono a rischio il futuro occupazionale di circa 600 lavoratori (il numero è leggermente calato in queste settimane). Ad oggi non è stato ancora definito uno schema concreto (con un numero esatto di partecipanti) per l’eventuale salvataggio della Stefana, ma i presupposti, secondo gli addetti ai lavori, sono incoraggianti. «Ci siamo visti per parlarci» conferma Gozzi. Che non nasconde un interesse esplicito di Duferco. «È chiaro - spiega - che stiamo osservando questa vicenda da vicino, con interesse. Siamo interessati alla Stefana come può esserlo Arcelor Mittal di Ilva, poiché siamo un diretto concorrente nel mercato delle travi».

Il comparto dei lunghi, come ha ricordato il direttore del centro studi di Siderweb Gianfranco Tosini, ieri a Piombino durante il convegno su Cevital (vedi altro articolo in pagina) sta soffrendo una delle peggiori crisi degli ultimi anni. La sovracapacità produttiva che caratterizza il mercato italiano riguarda in misura maggiore proprio i lunghi (oltre ai laminati mercantili anche il tondo e in misura minore la vergella) che dal 2008 a oggi hanno registrato il calo maggiore di produzione del mercato interno (-36% rispetto al -23% dei prodotti piani). Crollano, soprattutto, gli indici di redditività. «Il ritorno alla situazione precedente alla crisi dal punto di vista dei volumi produttivi, del mix di prodotti e dei margini - ha detto ieri Tosini - sarà difficile se non impossibile».

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