Economia

Ecco le etichette trasparenti per le carni suine e ovine

  • Abbonati
  • Accedi
AGROALIMENTARE

Ecco le etichette trasparenti per le carni suine e ovine

Braciole e arista di maiale come pure cosciotti e carrè di agnello hanno da oggi la carta di identità e non potranno più circolare confezioni senza le informazioni obbligatorie.
I consumatori di carne di suino, ovino e volatile da oggi possono leggere in etichetta le informazioni relative al luogo in cui l’animale è stato allevato e macellato.

«La trasparenza delle etichette è un nuovo stimolo per il miglioramento della qualità - afferma Confagricoltura -. Ora occorre continuare a lavorare con impegno per favorire la tutela delle nostre produzioni anche a livello internazionale, facendo sì che vi sia omogeneità nelle normative e negli standard qualitativi». Coldiretti osserva che «per essere certi di portare a casa un prodotto al 100% italiano, occorrerà scegliere la carne con la scritta “origine Italia”: significa che tutte le fasi, dalla nascita all’allevamento fino alla macellazione, si sono svolte sul nostro territorio».

È l’effetto dell’entrata in vigore del Regolamento europeo 1337/2013 (uno degli atti delegati previsti dal Regolamento 1169/11 sulle informazioni da comunicare al consumatore). L’etichettatura è valida solo per le carni suine, avicole e ovine, in particolare, sull’etichetta delle carni verranno riportate le seguenti diciture: “Allevato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo; “Macellato in…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo.

È possibile anche inserire il termine “Origine…” seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. Per Coldiretti questa è una «novità storica che giunge dopo gli scandali della carne di maiale tedesca alla diossina e degli agnelli ungheresi spacciati per italiani. Si completa un percorso iniziato 15 anni fa, dall’obbligo di etichettatura di origine per la carne bovina fresca, introdotta sotto la spinta dell’emergenza mucca pazza che impose l’obbligo di indicare anche il luogo di nascita, oltre a quello di allevamento e macellazione».

Dalla nuova norma restano escluse la carne di coniglio e di cavallo, ma anche le carni di maiale trasformate in salumi. «Una carenza grave che va colmata al più presto - denuncia la Coldiretti - In Italia due prosciutti su tre sono fatti da maiali stranieri ma il consumatore lo ignora. E la situazione non è certo migliore per salami, soppressate, coppe o pancette. Su questi prodotti l’eventuale obbligo dell’origine dipenderà dagli studi di impatto che la Commissione Europea sta realizzando, con un certo ritardo sui tempi previsti dal Regolamento 1169/2011, nonché dalle successive valutazioni politiche».

© Riproduzione riservata