Economia

Al design made in Italy il 30% del mercato

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Al design made in Italy il 30% del mercato

  • –Giovanna Mancini

milano

Un sistema industriale frammentato e un modello di business ancora legato a schemi distributivi ormai sorpassati, nonostante una storia lunga cent’anni. Eppure, pur con questi limiti strutturali che pongono dei freni alla competitività internazionale, il settore italiano dell’arredo-design detiene la leadership mondiale, con il 30% di un mercato che nel 2014 ha raggiunto (nell’alto di gamma) i 29 miliardi di euro e che, dopo un periodo di crisi, ha ripreso a crescere con tassi che, fino al 2017, dovrebbero mantenersi attorno al 2-3%. E il mercato mondiale del design potrebbe addirittura triplicare nei prossimi dieci anni, se le imprese riuscissero a sviluppare nuovi e più moderni modelli di business e di distribuzione.

È una prospettiva incoraggiante, per il mondo dell’arredo italiano, quella che emerge dal primo Design Market Monitor realizzato da Fondazione Altagamma in collaborazione con Bain&Company, fondato sullo studio e il confronto di 350 aziende italiane e internazionali di 30 Paesi e suddivise in nove categorie di prodotto. Lo studio conferma infatti la forza del made in Italy che, pur avendo le aziende più piccole (con un fatturato medio di 45 milioni contro una media mondiale di 80 milioni) ha la quota di mercato maggiore rispetto ai competitor, quota che sale al 39% nella fascia più alta del mercato e che arriva addirittura al 50% per settori come l’illuminazione e il living.

Ma assieme ai dati positivi lo studio Altagamma-Bain non nasconde le criticità che fanno del settore design (e non solo in Italia) un comparto ancora legato a schemi “vecchi” rispetto ad altri settori produttivi, come fa notare Claudia D’Arpizio di Bain&Company: «Quello del design è un settore di eccellenza, soprattutto in Italia – spiega – fatto da una miriade di aziende piccole ma solide, che hanno reagito alla crisi organizzandosi per esportare e conquistare nuovi mercati». Ma per cogliere le potenzialità di crescita prospettate, è necessario adottare strategie aziendali che, oltre al prodotto, mettano al centro lo sviluppo di nuovi canali distributivi, dalle piattaforme online al potenziamento delle vendite dirette, fino al canale contract che nei prossimi anni è destinato a crescere con particolare intensità sui mercati emergenti.

A oggi, infatti, il mercato mondiale del design (che nel suo complesso vale 360 miliardi, se si considerano anche i prodotti per la casa “senza marchio”) è troppo frammentato e concentrato sulla fascia “a monte” della filiera, ovvero la produzione in senso stretto. Le aziende dovrebbero invece innanzitutto crescere di dimensioni, spiega il vice-presidente di Altagamma Armando Branchini, e poi imparare «a orientarsi di più verso la parte bassa del mercato, i consumatori finali», adottando il modello già percorso dai gruppi della moda, che punta su rafforzamento del brand, marketing e fidelizzazione dei clienti.

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