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Assocontact-Confindustria: call center privi di politica industriale, una crisi al giorno

«I tempi dell'azione politica sono inadeguati rispetto alla situazione dei call center dove viviamo una crisi al giorno». Alberto Costamagna, presidente nazionale di Assocontact-Confindustria, coglie l'occasione della conferenza sui call center promossa oggi a Taranto dal sindacato lavoratori comunicazione della Cgil per lanciare un nuovo allarme sulla tenuta del settore che in Italia esprime 80mila addetti e 200 imprese. «Le aziende - denuncia l'Slc Cgil - ricorrono sempre più a delocalizzazioni e ad un dumping selvaggio che rischia di produrre migliaia di licenziamenti». «I call center soffrono l'assenza di una politica industriale - aggiunge Costamagna -. Giorni fa sono intervenuto in Parlamento alla presentazione dei dati dell'Osservatorio e ho detto che quella fotografia è la stessa di cinque anni fa. Possibile che siano passati cinque anni senza che nulla sia accaduto? Stessa cosa per il tavolo promosso dal Mise nei mesi scorsi, convocato per due volte e mai effettivamente svoltosi perchè aggiornato».

I mali del settore, per Costamagna, si chiamano costi crescenti del personale, ricavi in calo e mancato rispetto delle regole. Serve un'azione mirata, sollecita Assocontact-Confindustria, che parta da alcune priorità come la riduzione dei costi, il contrasto all'uso distorto degli incentivi e l'applicazione delle leggi. «Il settore dei call center presenta spazi di crescita ma con questa situazione è davvero difficile» osserva Costamagna. Il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, annuncia alla conferenza dell'Slc Cgil che il Governo ha allo studio un'altra misura per i call center. «Si tratta - dice - della clausola sociale per tutelare i lavoratori nel momento in cui i soggetti committenti cambiano operatore. Su questo vogliamo costruire un percorso condiviso tra Governo, sindacati ed associazioni datoriali affinchè si possa anzitutto arrivare ad un inserimento della clausola sociale nei contratti di lavoro. In seguito potremmo anche rafforzarla con una norma di legge ma qui ci vuole più tempo».

Per il sottosegretario Bellanova, il Governo si è già mosso per i call center. «Stiamo sanzionando con l'Autorità della privacy - dichiara - quei gestori che delocalizzano all'estero il servizio senza informare i clienti, abbiamo eliminato dalla base imponibile dell'Irap il costo del lavoro, che oggettivamente pesa per aziende ad alta intensità di manodopera, infine col Job Acts è stata consentita la continuità dei contratti di collaborazione, eliminati invece per tutto il resto, per il lavoro outbound». Ovvero per le chiamate che partono dal call center verso la clientela alla quale si propongono prodotti o servizi.

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