milano
L'ultima occasione per fare squadra l'hanno avuta il 12 novembre 2014 a Milano, la città che a breve aprirà al mondo i battenti di Expo 2015, il polo espositivo mondiale nel quale 750 di loro saranno chiamati a collaborare per la sicurezza, come ha annunciato due giorni fa il commissario unico Giuseppe Sala. Saranno loro, le guardie giurate, a vigilare, al fianco delle Forze dell'ordine e di circa 600 militari. Domani, lunedì 13 aprile, si apriranno le buste per aggiudicare il servizio di vigilanza e sicurezza nel lotto III di Expo, l'ultimo che rimane da assegnare dopo che il 30 gennaio la cordata guidata da All System, con altre cinque tra società e consorzi, ha vinto la gara per i lotti I e II, assicurandosi oltre 19 milioni ai quali vanno aggiunti 50mila euro dei cosiddetti oneri per la sicurezza da interferenza.
Il 12 novembre (fino al 14) la Fiera di Milano ospitava “Sicurezza”, la manifestazione internazionale dedicata al mondo della security e le guardie giurate e le aziende di vigilanza si incontrarono, contarono e raccontarono, svolgendo il filo della narrazione anche attraverso la crisi che le colpisce. Il comparto della vigilanza, che secondo gli ultimi dati disponibili conta 1.206 aziende e fattura 2,4 miliardi, proprio da Expo potrebbe ricevere una boccata di ossigeno e una vetrina in parte appannata dalle falle che sembrano emergere dopo i tragici fatti che hanno sconvolto il Tribunale di Milano e alcune pecche che, nel corso degli anni, si sono susseguite nei luoghi nei quali dove le guardie giurate sono chiamate a prestare servizio (in primis le sedi delle Istituzioni che, sempre più spesso, ricorrono a loro).
Il profilo del vigilante è presto disegnato: uomo, 35-40 anni, del sud. Secondo i dati che Assiv, l'Associazione di vigilanza e servizi fiduciari aderente a Confindustria, ha presentato a novembre 2014 attraverso i dati Inps dei dipendenti con almeno una giornata retribuita nel 2013, le guardie giurate sono 59.289, oltre il 93% delle quali di sesso maschile (una cifra ancora più aggiornata messa a disposizione da Assiv sul proprio sito indica il totale in 66.076 unità).
La classe di età più numerosa è compresa fra 35 e 44 anni, nella quale si contano 19.737 unità (33,3%). Seguono gli ultracinquantenni, che rappresentano il 26% del totale, mentre le classi 25-34 anni e 45-50 anni sono entrambe allineate su una quota intorno al 18,5%. I vigilantes sotto i 24 anni, infine, sono meno del 4%.
Quanto all'area di origine, il 51% degli uomini proviene dal sud, il 23% dal nord e il 21% dal centro, mentre circa il 5% è nato o proviene da uno stato estero. Anche fra le vigilantes la maggior parte proviene dalle regioni meridionali ma con percentuali più equilibrate fra le tre aree del Paese: dal sud proviene il 37,8, dal nord il 35%, dal centro il 19% e il resto da Stati esteri.
La regione con il più alto numero di vigilantes è il Lazio, con 10.705 unità, seguito da Lombardia con 9.674 e Campania con 6.079. Al quarto posto la Puglia con 4.651, seguita dal Veneto con 3.793 guardie e, praticamente con un numero pari, da Emilia Romagna con 3.748 e Sicilia con 3.742. Piemonte con 3.642 e Toscana con 3.630 chiudono la classifica delle regioni con i numeri più elevati. In coda alla classifica, invece, ci sono il Trentino a quota 276, il Molise a 167 e la Valle d'Aosta con sole 86 guardie giurate.
Le donne sono 3.947, il 6,6% del totale. La maggior parte, il 37,5%, si concentra nella fascia 35-44 anni, seguita dal 28% di colleghe più giovani (25-34 anni), ma ci sono anche 297 guardie giurate sotto i 24 anni (circa il 7%), 576 fra 45 e 50 anni (circa il 15%) e 473 ultracinquantenni (circa il 12%).
La crisi morde anche questo settore ma, come ha ricordato appena quattro giorni fa Matteo Balestrero, presidente dell'Assiv, in un'intervista pubblicata sul sito Internet dell'Associazione, «il problema della vigilanza privata è semmai l'incapacità o l'impossibilità di vendere i servizi a condizioni tariffarie giustamente remunerative. Non per motivi di politiche industriali sbagliate ma semplicemente come risultato dei comportamenti illegali di diversi soggetti che sono stati tollerati e che hanno falsato il mercato. Per questo l'Assiv si è battuta per avere norme certe e controlli uniformi da parte di organismi indipendenti, come previsto dai provvedimenti sulla certificazione emanati dal Capo della Polizia».
r.galullo@ilsole24ore.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA