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Dossier Africa subsahariana, la prossima frontiera dell’arredo

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    Africa subsahariana, la prossima frontiera dell’arredo

    Nessun Paese dell'Africa subsahariana compare tra le prime 50 destinazioni nella classifica dell'export di arredi made in Italy. Secondo i dati FederlegnoArredo, nel primo semestre 2014 le esportazioni in quest'area hanno raggiunto i 62,87 milioni di euro, più o meno quanto fatturato nello stesso periodo in un mercato come la Romania. Eppure, per molte aziende e per la stessa associazione di categoria è proprio l'Africa subsahariana la prossima frontiera del mobile italiano, convinzione supportata dalla crescita dell'export nell'area, che nei primi sei mesi 2014 ha sfiorato il 30% (rispetto allo stesso periodo 2013).

    Quattro in particolare i Paesi verso cui si concentrano gli sforzi del settore in questa fase iniziale: oltre al Sudafrica (che fa un po' storia a sé), anche Nigeria, Angola e Mozambico. Tutti mercati caratterizzati da elevati tassi di crescita del Pil e dall'affermazione di una classe media benestante che dimostra di apprezzare i prodotti dell'arredamento italiani.

    Proprio la Nigeria è stata scelta come mercato d'ingresso per l'Africa dalla prima rete di imprese dell'arredo per quest'area, «Ita to Africa», costituita in collaborazione con la società di consulenza Rödl & Partner e sostenuta da FederlegnoArredo. La rete, che raccoglie 5 aziende del settore (Gibus, Carpanelli, Colombo Mobili, Siloma e Arcari Arredamenti) parte da Lagos, ma guarda già ad Angola, Camerun e Mozambico.

    A Lagos ha aperto lo scorso febbraio anche uno spazio monobrand di Giorgetti, storico brand dell'arredo specializzato nelle lavorazioni ad alto contenuto artigianale. «Il canale che funziona meglio in Africa è il contract – spiega il presidente Carlo Giorgetti –. Il punto vendita sviluppa soprattutto la parte di progettazioni. A breve apriremo anche in Sudafrica e stiamo valutando le opportunità in Angola».

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