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Dossier Nei mercati arabi anche design

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    Nei mercati arabi anche design

    Difficile dare un quadro unitario di tutti quei Paesi che – dal Marocco all'Iran – sono riuniti nella definizione di «Mena» (Medio Oriente e Nord Africa). Le differenze – economiche e sociali, oltre che geografiche e culturali – sono enormi. Ma pur nelle diversità, per le aziende italiane dell'arredo (che in Medio Oriente hanno esportato mobili per un controvalore di 543 milioni nel primo semestre dello scorso anno, dati FederlegnoArredo) tutti questi Paesi presentano grandi opportunità di business, sia per la continua crescita del Pil, sia per l'elevata concentrazione di cantieri edili e sviluppi immobiliari.

    Non a caso, il modello commerciale più seguito dai produttori italiani in questi Paesi è quello del contract e delle grandi forniture, in particolare per alberghi di lusso, ristoranti, aeroporti, uffici, università e strutture pubbliche. La presenza di una clientela molto facoltosa (specie nell'area del Golfo Persico) crea inoltre importanti occasioni nel settore residenziale, grazie alla richiesta di progetti «chiavi in mano» per ville lussuosissime, con valori talvolta superiori a quelli di forniture per hotel. Nella maggior parte dei casi l'interlocutore dei produttori italiani non è il cliente finale ma uno studio di progettazione o interior design. «Oltre a essere presenti negli showroom, lavoriamo con i più qualificati studi di progettazione locali», spiega Paola Ciribilli, responsabile comunicazione di Bonaldo, azienda padovana di design che nel Medio Oriente vede «una delle aree più interessanti a livello mondiale». L'azienda è presente nell'area con showroom a Dubai, Kuwait City e Arabia Saudita, ma prevede nuove aperture a Riyad (Arabia Saudita) e in Oman.

    «È un'area in continua evoluzione, che presenta sempre molti progetti ambiziosi a cui partecipare», conferma Adolfo Guzzini, presidente della marchigiana iGuzzini, specializzata nell'illuminazione architetturale. L'azienda può contare dal 2008 su una filiale commerciale a Dubai, che opera come piattaforma distributiva per tutta l'area del Golfo Persico. Nel 2015 è previsto inoltre l'avvio di un'altra società, dato che «il Golfo rappresenta circa il 5% del nostro fatturato – precisa Guzzini – e prevediamo una crescita a doppia cifra per quest'anno».

    Il dinamismo dell'area, e in particolare degli Emirati Arabi Uniti, riceverà un ulteriore impulso dall'Expo che si terrà a Dubai nel 2020 e dai mondiali di calcio programmati in Qatar nel 2022: solo nell'hospitality, si prevede che il numero di alberghi triplicherà nei prossimi 5-7 anni. Nell'area del Golfo, oltre agli Emirati, i Paesi più promettenti sono Oman, Kuwait e Arabia Saudita, spiegano da FederlegnoArredo (l'associazione delle imprese dell'area mobile): mercati con una popolazione numerosa e con molta ricchezza, ma non ancora saturi. Nel bacino del Mediterraneo sono invece Libano e Israele i Paesi di maggiore interesse, rispettivamente nell'area del contract e del retail.

    Presente da tempo in entrambi i Paesi è ad esempio Driade, brand di design noto per i suoi arredi da esterni, che in Medio Oriente ha in programma un piano importante di espansione: «Nel 2014 abbiamo siglato accordi con partner locali a Istanbul, Doha e Dubai – spiega il ceo Stefano Core –. Entro la fine del 2015 sono previste due nuove aperture anche in Bahrein e Arabia Saudita. Sono aree in forte sviluppo, che quindi presentano enormi opportunità». Anche perché il gusto dei consumatori si sta avvicinando allo stile delle collezioni Driade, spiega Core, confermando una tendenza in atto da qualche anno: se infatti l'export verso i Paesi arabi aveva interessato in passato soprattutto i produttori di mobili in stile classico, ora la domanda si apre sempre più anche alle linee di design contemporaneo.

    Lo hanno ben capito i titolari di Ethimo, giovane azienda di Viterbo specializzata in prodotti outdoor, che in soli due anni hanno portato la quota di export dell'azienda al 50%, di cui il Medio Oriente rappresenta una fetta importante. «Lavoriamo molto bene negli Emirati e in Libano, ma anche in Marocco, Egitto e Tunisia – spiega il responsabile estero di Ethimo, Roberto Ambroso –. Sono tutti Paesi a vocazione turistica, con molte opportunità soprattutto nel campo dell'hospitality».

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