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Dossier Crescono i ricavi dei big dell'arredo

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    Crescono i ricavi dei big dell'arredo

    Tira un'aria nuova per il mondo dell'arredo-design italiano che da oggi a domenica si dà appuntamento a Milano per la 54esima edizione del Salone internazionale del Mobile.
    A dirlo sono non soltanto i dati diffusi dall'associazione delle aziende di settore, FederlegnoArredo, che per il 2015 prevede per la prima volta dopo anni una crescita della produzione (+1,5%), trainata dal buon andamento sui mercati esteri. La conferma arriva anche dall'analisi condotta dalla società di consulenza Pambianco sui fatturati delle 15 principali aziende del comparto che, complessivamente, hanno messo a segno nel 2014 una crescita del 3,2% (per un valore complessivo di 2,8 miliardi) rispetto all'anno precedente, contro la sostanziale stabilità del 2013 (+0,9%) e il calo registrato nel 2012 (-3,2%).

    Non solo: le aziende italiane dell'arredo sembrano aver preso consapevolezza del fatto che alcune storiche caratteristiche strutturali (dimensioni ridotte e alta specializzazione) hanno certo contribuito a fare dei manufatti italiani prodotti di eccellenza, ma ora, davanti alle sfide sui mercati internazionali, rischiano di rivelarsi dei freni alla competitività.
    Non è un caso che ampliamento della gamma di prodotti e delle dimensioni aziendali siano alla base delle strategie di sviluppo da tempo perseguite dalle aziende che oggi guidano la classifica di Pambianco. Tra queste, il gruppo Molteni (che oltre all'omonima capogruppo comprende anche Dada, UniFor e Citterio) nel 2014 ha messo a segno la crescita più forte (+18%), raggiungendo i 289 milioni di fatturato aggregato. Probabilmente da attribuire al buon andamento di alcune operazioni contract concluse l'anno scorso, spiega il presidente Carlo Molteni, che si aspetta una buona crescita anche nel 2015, visto che il segmento contract rappresenta ormai il 60% dei ricavi ed è in forte sviluppo soprattutto negli Stati Uniti, nel Medio Oriente e nel Far East.

    Dinamica anche la crescita di Poltrona Frau Group (+7,7%), che dopo la quotazione in Borsa nel 2006 è stato protagonista di uno dei più “rumorosi” passaggi di mano nel mondo del design, la vendita al gruppo statunitense Haworth (si veda articolo in basso) lo scorso febbraio, a cui è seguito in luglio il delisting da Piazza Affari. Positivi anche i risultati di Natuzzi che, dopo anni di difficoltà, ha chiuso il 2014 con un aumento del 2,7% (a 461 milioni).

    «Si comincia a cogliere un cambiamento di strategia nelle aziende – conferma David Pambianco –. C'è un bel risveglio di operazioni e credo che altre ne vedremo nei prossimi mesi». Acquisizioni tutte made in Italy sono quelle che nelle scorse settimane hanno interessato Flos (leader nel settore illuminazione, con 160 milioni di fatturato nel 2014, in crescita del 3,9%) che ha acquisito la società Ares specializzata in illuminazione da esterni; e Boffi (specializzata in cucine e arredobagno), che la settimana scorsa ha preso il controllo di De Padova.

    E il mondo del design sembra aprirsi anche alla finanza, come già da tempo avviene nella moda: ne è un esempio l'ingresso nel capitale di Flos, lo scorso settembre, di Investindustrial, che ne ha acquisito l'80% attraverso Padme (controllata dal Fondo 5). O la nascita nel 2013 della holding industriale Italian Creation Group (Icg), fondata da Giovanni Perissinotto (ex Generali) e Stefano Core (ex Telecom) che, dopo l'acquisto di Driade e Valcucine, si propone di raggiungere un portafoglio di una decina di aziende italiane di eccellenza nel settore home design (oltre che «luxury lifestyle») da far crescere soprattutto sui mercati esteri.

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