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Dossier Il design porta a Milano 220 milioni di euro

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    Il design porta a Milano 220 milioni di euro

    Effetto superdollaro sul Salone del Mobile. La ripresa dell'economia Usa e la corsa del dollaro hanno alzato le aspettative sul made in Italy e soprattutto sull'economia della città lombarda, che da oggi fino a domenica ospita la 54esima edizione del più atteso evento internazionale di arredo e design. Tra buyer, professionisti e curiosi (americani in testa), Milano incasserà circa 220 milioni.

    La pattuglia Usa, aiutata anche dal rafforzamento del dollaro sull'euro, è tra la più numerose tra i 350mila visitatori attesi in fiera, che nel loro complesso contribuiranno a generare un indotto legato al Salone atteso per quest'anno intorno ai 220 milioni per Milano e la Lombardia, in crescita del 7% rispetto all'anno scorso.

    L'ondata americana che ha spinto il made in Italy dell'arredo nel 2014 – e che a detta di molti imprenditori sta proseguendo in questi primi mesi del 2015 – non riguarda del resto solo le vendite di prodotti: l'interesse degli Usa nei confronti del made in Italy è testimoniato anche da operazioni come quella del gruppo Haworth, che lo scorso anno ha acquisito i tre brand del Poltrona Frau Group e che continua a guardare con interesse le eccellenze del design italiano (si veda intervista in pagina 9).

    Salone a parte, la città nel suo insieme, forte del richiamo internazionale cresciuto in vista dell'Esposizione universale, si appresta a registrare numeri da record anche per la Design week che inizia oggi, in termini di visitatori e di ricadute economiche. Mentre in fiera (dove nel primo pomeriggio oggi è atteso anche il premier Matteo Renzi) 2.100 espositori e 700 giovani designer presenteranno le proprie idee ai buyer da 160 Paesi, nel capoluogo lombardo arriveranno per l'occasione, secondo le previsioni del Comune, circa 400mila persone (in aumento, rispetto ai 300mila degli anni passati), che troveranno ad accoglierle oltre mille eventi per il Fuorisalone.

    E queste produrranno su tutto il territorio lombardo un indotto turistico di oltre 221 milioni di euro, in aumento del 7,2% rispetto al 2014. La stima è della Camera di Commercio di Monza e Brianza (su dati Ciset, Istat, FederlegnoArredo e Registro Imprese), che ogni anno quantifica e analizza le ricadute della kermesse sull'economia locale.

    «Il trend di crescita è in linea con quello dell'anno scorso – spiega Renato Mattioni, segretario generale della Cdc Monza e Brianza – perché il Salone è un evento anticiclico, che è riuscito a crescere, o comunque a mantenere la sua efficacia e attrattività anche negli anni della crisi». Certo, quest'anno un aiuto arriva anche dalla promozione di Milano e dell'Italia portata avanti in vista di Expo. Ma il Salone è un brand di grandissimo valore che ormai basta a se stesso. L'aumento del suo impatto economico ha diverse motivazioni, a cominciare dal fatto che il settore industriale da cui prende vita – la filiera dell'arredamento – cresce sui mercati esteri e dunque attrae sempre più visitatori da oltreconfine che, precisa Mattioni, «sono i migliori acquirenti nella stratificazione degli acquisti che genera l'indotto».

    Il visitatore “tipo” del Salone è un turista business, che in genere si ferma più notti e spende di più su tutte le voci dell'indotto, dall'albergo alla ristorazione, dallo shopping ai trasporti. In questo diverso dal turista “leisure” che ci si attende per Expo. Tanto che, secondo le stime, questo evento avrà un impatto economico inferiore, anche se prolungato nel tempo e maggiormente diffuso sul territorio nazionale.

    Se dunque la Design week che apre oggi può essere considerata una prova generale per Expo, è importante tenere presente che si tratta di due eventi differenti: il Salone concentrato in pochi giorni e rivolto soprattutto a un turismo business. L'Expo distribuito su diversi mesi e pensato per attirare soprattutto famiglie. Diverse perciò anche le voci dell'indotto generato dai due appuntamenti (il Salone riempie gli hotel 4 e 5 stelle, i ristoranti degli chef, i luoghi degli aperitivi, le feste) e le dinamiche dei prezzi di alberghi e servizi, che durante i sei mesi dell'Esposizione non potranno subire (a dispetto degli allarmi lanciati in questi mesi) i rincari che caratterizzano la settimana del design (si veda il pezzo accanto).

    La spesa principale di chi viene a Milano in occasione del Salone del Mobile è decisamente quella per l'alloggio, che genera quasi 172 milioni di indotto, seguita a lunga distanza da quanto gli appassionati di design spenderanno in shopping nei negozi (20,5 milioni) o in cene e aperitivi (oltre 19 milioni). E spetta alla stessa Milano, come prevedibile, il grosso della fetta, con 161,3 milioni di ritorno economico dalla sua design week che però, a differenza di quanto accade durante le sfilate di Moda, è un evento capace di diffondere i propri benefici su tutto il territorio lombardo, lungo le direttrici che del resto compongono il principale distretto stesso del mobile italiano, in particolare la Brianza (17,3 milioni) e il Comasco (10,6 milioni).

    Nonostante i numeri fin qui elencati, tuttavia, il «sold out» negli alberghi non c'è. Ma, spiegano da Apam (Associazione albergatori Confcommercio Milano), la colpa non va ricercata nella crisi, bensì nell'aumento di offerta di alloggio in città, con circa mille camere in più rispetto all'anno scorso, realizzate proprio in previsione dell'Expo.

    L'ampliamento di offerta di camere negli alberghi in vista di Expo trova riscontro anche sul fronte degli alloggi in appartamento, aumentati addirittura del 70% da dicembre 2014 secondo Casavacanza.it (il portale di Immobiliare.it dedicato agli affitti turistici), a cui corrisponde un aumento medio dei canoni di affitto (nelle zone centrali e in quelle più coinvolte nel Fuorisalone) del 50%, dai 110 ai 160 euro al giorno. Meno ottimisti ma comunque testimoni di una crescita sono i dati forniti dal portale Casa.it, secondo cui sono cresciute quest'anno sia la domanda di appartamenti in affitto durante la Design week (+4,3%), sia l'offerta (+4,7%) e il valore medio dei canoni per la settimana (+7,8%). Nessun contraccolpo, dunque, da eccesso di offerta, a cui si somma anche il fenomeno Airbnb, che cresce a Milano come nel resto d'Italia.

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