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Auto, Modena leader nel lusso

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Industria

Auto, Modena leader nel lusso

  • –Natascia Ronchetti

modena

Un’eccellenza che corre più forte rispetto al resto del Paese. La filiera dell’auto di Modena, quella galassia di imprese che ruota intorno ai grandi brand, tra Ferrari, Maserati, Pagani, vola con un aumento del fatturato del 7,4%. Raggiunge un volume d’affari di 2,5 miliardi e stacca le aziende piemontesi che gravitano intorno alla Fiat, ferme a un incremento del 3,2%. Nella provincia di Modena - cuore di una motor valley che abbraccia anche il Bolognese, dove svetta a una manciata di chilometri Lamborghini - la ripresa è trainata da una domanda in crescita di auto di lusso che conferma il primato nel settore (in Italia e in Europa) di quest’area dell’Emilia.

«Siamo in uno dei pochi posti nel mondo dove si può acquistare componentistica di altissima qualità», dice Giuseppe Russo, ricercatore dell’Osservatorio sull’automotive realizzato dalle Camere di commercio di Modena e Torino. Gli anni della crisi sembrano già un ricordo, come dimostrano i numeri dell’Osservatorio presentati ieri, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con la Fondazione Democenter. Mentre Maserati fa boom (quasi 36.500 auto vendute nel 2014) e la casa di Maranello raggiunge i 7.255 veicoli, le aziende della fornitura mettono a frutto un investimento medio in ricerca e sviluppo pari al 4,3% del fatturato, contro una media nazionale del 3,9, cavalcando l’impennata della domanda di sport luxury. Una domanda in rapida trasformazione, con l’Europa che perde terreno e i Paesi asiatici e gli Usa che tendono sempre di più a polarizzare la richiesta.

«I grandi clienti sono impegnativi e severi – spiega Andrea Bozzoli, amministratore delegato di Hpe, azienda di sviluppo del prodotto nel campo motoristico – ma ti fanno crescere. Il resto lo fanno gli investimenti per lo sviluppo». Hpe, sede a Modena, è una delle aziende modenesi che stanno marciando su scala globale. Costituita in piena crisi (era il 2010) con 58 dipendenti, oggi ne conta 164. Negli ultimi tre anni ha assunto 55 giovani ingegneri, da 9 milioni di fatturato è passata a 24. «E nel 2015 prevediamo di triplicare il volume d’affari – prosegue Bozzoli – grazie anche a un investimento da 12 milioni di euro in un centro per la progettazione, la simulazione e la realizzazione di prototipi». Tutta la catena di sviluppo, per marchi tra i più celebri: oltre a Ferrari e Maserati, Harley Davidson. La differenza nel modenese la fa la vocazione alla power unit e una radicata tradizione alla ricerca. «Merito della presenza di aziende automobilistiche prestigiose – dice il presidente della Camera di commercio di Modena, Maurizio Torreggiani - in grado di fare da traino a un settore della componentistica auto che si caratterizza per la qualità e l’innovazione dei prodotti, uno dei capisaldi dello sviluppo». I numeri dell’Osservatorio mostrano una tendenza alla crescita che è anche il risultato di un nuovo equilibrio tra i vari segmenti dell’auto: quello del lusso acquista sempre più peso a livello mondiale. Oggi la componentistica modenese, che rappresenta il 5,7% di quella italiana, si presenta con le credenziali di un sistema che in dieci anni è riuscito a creare nuovi posti di lavoro – da 3.834 a 4.626 -, che esporta 468 milioni e che compete facendo leva sulla qualità, sull’affidabilità e sull’innovazione. Un sistema che prevede un nuovo balzo. Il saldo di opinione delle imprese per l’andamento dei fatturati nel 2015 vede infatti prevalere gli ottimisti: sono il 73,3% del totale, dieci punti in più rispetto al resto del Paese.

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