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Sicilia, il ripristino del viadotto costa 30 milioni

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Sicilia, il ripristino del viadotto costa 30 milioni

  • –Massimo Frontera

ROMA

Anche la carreggiata apparentemente sana del viadotto siciliano a Scillato dovrà essere demolita e ricostruita. Il costo complessivo del danno, confermato dall'Anas, sarà di almeno 30 milioni: per demolire, ricostruire il tratto del ponte stradale i cui piloni hanno ceduto lo scorso venerdì; e nel frattempo realizzare un bypass per assicurare comunque la circolazione stradale. «Abbiamo fatto i sondaggi per la ricostruzione delle due carreggiate, 300 metri di ponte e cinque piloni, prudenzialmente occorreranno dai 18 ai 24 mesi», ha detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio recatosi ieri sul luogo dove una frana ha causato il cedimento di due piloni dell'autostrada Palermo-Catania. «Le risorse le troveremo perché è assolutamente indispensabile ripristinare quest’opera», ha detto, precisando che si tratterà di risorse Anas (da individuare nei capitoli di spesa per imprevisti o manutenzione straordinaria).

Ma il sopralluogo in Sicilia del neoministro delle Infrastrutture è molto di più di un semplice ispezione sul posto. Dopo l'ennesimo crollo, dopo l'arresto del capo della struttura di missione, Ercole Incalza, dopo le dimissioni del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, dopo le dimissioni del presidente dell'Anas, Pietro Ciucci; dopo tutto questo, la visita del neoministro Delrio è anche l'immagine di un Paese che deve sgombrare le macerie e voltare pagina. Per evitare altri casi Scillato, altri casi Scorciavacche, altri casi Ostuni. Non crollano solo le opere pubbliche. L'inchiesta avviata dalla procura di Perugia sulle grandi opere ha denunciato le crepe di tutto un sistema.

Ecco perché nel momento in cui il ministro Delrio in Sicilia annuncia una commissione di inchiesta per fare luce sull'appalto di Scillato, anche il Parlamento si muove per fare luce su un sistema che ha generato Scillato e Scorciavacche. A breve il senatore Luigi Zanda presenterà un disegno di legge per istituire una commissione bicamerale d’inchiesta sulle grandi opere. Si stanno raccogliendo le firme, fa sapere il suo staff.

L'iniziativa del capogruppo del Pd in Senato ha già trovato una sponda alla Camera. «Appena il senatore Zanda presenterà la proposta io farò la stessa cosa alla Camera, come primo firmatario», ha annunciato ieri Ermete Realacci, deputato Pd e presidente della Commissione Ambiente a Montecitorio.

«Oltre alla delega per ridefinire il codice degli appalti, oltre al ruolo di Raffaele Cantone c'è il problema di aprire un occhio su una morale che si sta diffondendo nell'amministrazione», dice Realacci. «Alla luce di quanto accaduto - prosegue il presidente dell'VIII commissione della Camera - riteniamo infatti necessario anche questo strumento per cambiare rotta e prosciugare l'acqua in cui allignano malaffare e corruzione nei lavori pubblici. Uno strumento da accompagnare alla necessaria riforma del codice degli appalti, il cui iter della delega è già iniziato, che deve prevedere semplificazione e trasparenza, controlli indipendenti e meccanismi che definiscano la certezza dei costi per le opere e cancelli opacità e ambiguità».

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