Economia

La mano artificiale in 3D, un successo del made in Italy

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HI-TECH

La mano artificiale in 3D, un successo del made in Italy

È tutta made in Italy, usa la stampa 3D, e nei primi test sull’uomo funziona bene, tanto che la sua commercializzazione nel mercato italiano e in quello internazionale è prevista già per il 2017.

È la mano artificiale, tra le prime al mondo, frutto della ricerca d’avanguardia sulla robotica dell’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia, e delle competenze sulle protesi dell’Inail, in particolare del centro di Budrio dove il primo paziente, Marco Zambelli, l’ha testata con successo. Robusta, ma allo stesso tempo leggera (pesa meno di mezzo chilo) è stata realizzata con la tecnologia 3D-printing, in materiale plastico e con alcune componenti metalliche. Questa protesi hi-tech non ha bisogno di operazioni invasive ed è facilmente indossabile sull’arto amputato. E grazie a due sensori che recuperano il segnale naturale dei muscoli residui funziona quasi come una mano vera riproducendo l’85% delle prese. Già entro due anni. acquisite tutte le certificazioni necessarie, si punta alla produzione e alla commercializzazione affidandole a una nuova start up partecipata dall'Iit, così come prevede una norma ad hoc del recente decreto investment compact. L'obiettivo è puntare al mercato mondiale grazie anche alla competitività dei costi, poche migliaia di euro, e alla sua semplicità di utilizzo: ««Costerà all’incirca quanto uno scooter perché deve essere accessibile», assicura Roberto Cingolani direttore scientifico dell’Iit. E il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ieri a Roma alla presentazione con il collega del Lavoro Poletti, ha annunciato che si potrebbe inserire la protesi robotica nei nuovi livelli assistenziali di assistenza per «superare il gap economico tra chi può accedere a questa tecnologia e chi no».

La mano robot è la prima di una serie di dispositivi protesici e riabilitativi avanzati, con investimenti congiunti complessivi per 11,5 milioni da parte dell’Iit e dell’Inail, già in fase di pre-industrializzazione. Tra questi c’è l’esoscheletro motorizzato per la deambulazione di persone paraplegiche, ma anche una piattaforma robotica per la riabilitazione in campo ortopedico, neurologico e per tutte le patologie connesse all’invecchiamento.

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