La società Expo risulta indagata, in base alla norma sulla responsabilità amministrativa, nell’inchiesta sulle presunte raccomandazioni spinte dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. A difendere il governatore è l’avvocato Domenico Aiello, da due giorni nominato nel cda dello stesso Expo come rappresentante del Pirellone (e intorno al cui ruolo si stanno ora sollevando dubbi su un possibile conflitto di interesse).
Le indagini riguardano le consulenze affidate a due collaboratrici di Maroni: la prima, Mara Carluccio, ha sottoscritto un contratto con la partecipata regionale Eupolis; la seconda, Maria Grazia Paturzo, lo ha sottoscritto con Expo. E sarebbe appunto questo secondo caso il motivo per cui anche la società di gestione dell’evento universale risulta iscritta nel registro degli indagati.
Il dossier, ora nelle mani della procura di Milano, nasce da uno stralcio del dossier su Finmeccanica, aperto e archiviato dalla procura di Busto Arsizio. L’ex dg di Eupolis Alberto Brugnoli ha già patteggiato una pena di 8 mesi di carcere con la condizionale. Brugnoli era accusato di turbativa del bando attraverso il quale la società ha affidato il contratto a Carluccio, ex collaboratrice di Maroni, anche lei indagata. Il governatore lombardo è accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità, e sono iscritti nel registro degli indagati anche il segretario generale della Regione Lombardia Andrea Gibelli, il capo segreteria del governatore Giacomo Ciriello e il dg di Expo Christian Malangone. Maroni aveva anche ricevuto un invito a comparire nel dicembre dello scorso anno ma non si è presentato in procura.
Riepilogando: il governatore, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto pressioni sui suoi collaboratori in Regione affinché si adoperassero per far avere consulenze a Carluccio e Paturzo. Da qui l’accusa nei suoi confronti di induzione indebita a dare o promettere utilità.
La procura ha poi effettuato accertamenti anche su presunte pressioni relative a un viaggio a Tokyo nell’ambito del World Expo tour, tra maggio e giugno 2014. Secondo il pm Eugenio Fusco, Maroni avrebbe premuto su Malangone perché inserisse nel gruppo dei viaggiatori anche Paturzo. Poi però, in quell’occasione, la società Expo fece presente che non poteva pagare le spese del viaggio anche alla collaboratrice, mentre Maroni decise all’ultimo momento di cambiare programma e recarsi a un altro appuntamento istituzionale a Berna, rinunciando al Giappone.
L’iscrizione della società è un atto dovuto. Mentre continua a far discutere la nomina di Aiello nel cda di Expo. Il Pd chiede la revoca, mentre il sindaco Giuliano Pisapia si augura «che siano state fatte tutte le verifiche necessarie». Taglia corto il commissario unico di Expo Giuseppe Sala: «lo ha nominato la Regione (azionista, ndr), quindi è ben accetto».
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