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Maxi investimento per Arvedi

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Industria

Maxi investimento per Arvedi

CREMONA

Un piano di investimenti da 227 milioni, finanziato attraverso un aumento di capitale da 75 milioni, un prestito da 20 milioni da parte di Mediocredito e, da ultimo, da un consistente sostegno (100 milioni di euro) da parte della Banca europea degli investimenti, nell’ambito del Piano Juncker per l’innovazione.

Con il sigillo sul prestito della Bei (della durata di otto anni) approvato in via ufficiale nell’ultimo Consiglio di amministrazione dell’istituto comunitario, il gruppo siderurgico cremonese Arvedi può finalmente dare un colpo di acceleratore al programma lanciato l’anno scorso, relativo all’ammodernamento degli impianti. Un piano di sviluppo che creerà anche occupazione: previsti 250 nuovi posti di lavoro (oltre ai 200 temporanei per la realizzazione degli impianti). In parallelo, nell’ottica di sostenere i progetti di sviluppo aziendale senza compromettere la struttura finanziaria del gruppo, Arvedi ha anche varato, la scorsa settimana, un piano di emissione di prestiti obbligazionari fino a un massimo di 350 milioni di euro. Il prestito potrà essere varato in una o più tranche entro il 31 luglio dell’anno in corso. L’obiettivo nell’immediato, secondo le motivazioni illustrate dagli amministratori a sostegno della decisione, resta comunque «rifinanziare parte dell’indebitamento allungandone la durata».

«Il via libera della Bei al finanziamento – ha detto ieri il presidente Giovanni Arvedi – è per noi una notizia importante. Ci consentirà di perseguire con efficacia i nostri investimenti nella innovazione tecnologica, nella quale abbiamo sempre creduto, come driver per sviluppare una siderurgia sostenibile e di qualità». Per quanto riguarda il piano industriale «l’ammodernamento degli impianti – dettaglia una nota del gruppo guidato da Giovanni Arvedi – prevede l’applicazione di tecnologie più innovative che permetteranno una produzione più competitiva». L’azienda punta su «prodotti a più alto valore aggiunto», ma intende investire anche in efficienza «attraverso – prosegue la nota – una importante riduzione dei consumi energetici e delle emissioni nocive». Si punta anche su una maggiore specializzazione. I prodotti, innovativi, «serviranno in particolare il settore dell’automotive (compresi i veicoli ibridi ed elettrici), ma anche quello energetico e delle costruzioni».

Il gruppo cremonese sottolinea come il proprio progetto sia il primo, in Italia, approvato nell’ambito del Fondo europeo per la strategic Investments (Efsi), noto anche come Piano Juncker, nel settore dell’innovazione. «Si tratta – spiegano i vertici Arvedi – di una nuova iniziativa sostenuta dalla Bei e dalla Commissione europea per rilanciare gli investimenti in progetti strategici in Europa per garantire che il denaro raggiunga l’economia reale e sbloccare ulteriori investimenti di 315 miliardi di euro almeno per i prossimi tre anni. Il progetto – conclude l’azienda cremonese – evidenzia anche l’impegno della Bei per sostenere l’action plan dell’acciaio» varato che dall’Unione europea a favore dell’industria siderurgica continentale «nel tentativo di riguadagnare la competitività e sviluppare prodotti di acciaio di nuova generazione, prodotti vitali per diverse altre principali industrie europee».

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