Economia

Il riciclo cresce ma è boom di costi

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Il riciclo cresce ma è boom di costi

Il ricupero e il riciclo degli imballaggi usati cresce, con un beneficio per l’ambiente, ma crescono anche i costi. Ieri a Milano si è svolta l’assemblea annuale del Conai (il Consorzio nazionale imballaggi costituito dalle imprese in base al Decreto Ronchi sui rifiuti del ’97) e i dati presentati dal presidente Roberto De Santis fanno presagire una crescita del costo delle confezioni, e soprattutto della plastica.

Il motivo? È presto detto. «Insieme con il senso civico e la sensibilità ambientale, cresce anche la quantità di imballaggi usati che i cittadini e le imprese separano tramite la raccolta differenziata pubblica e privata. E quindi, salgono i costi», osserva il presidente De Santis. Ma i cittadini ai quali viene esteso il servizio di raccolta di plastica, vetro, carta, acciaio, alluminio e legno spesso non sono abituati e fanno confusione, sbagliando la divisione dei materiali: e la selezione diventa più difficile, gli scarti inutilizzabili aumentano e i costi corrono. Inoltre ci sono i corrispettivi ai Comuni fissati dal nuovo accordo Anci-Conai.

I dati (ancora del tutto preliminari) per il 2014 mostrano un nuovo aumento della quota di rifiuti riciclati, pari approssimativamente al 67-68% di quanto venga immesso al consumo sotto forma di confezioni piene di merce. Il totale sfiora gli 8 milioni di tonnellate (+3,3%) che vengono effettivamente riciclate. Contando anche i rifiuti da imballaggi che risultano irriciclabili e che vengono usati come combustibile di qualità alternativo al petrolio e al carbone, in tutto si evita la discarica a 4 imballaggi su 5, un risultato che l’Europa ci invidia.

Più dettagliati i numeri cui costi. Al 31 dicembre 2014 il numero di consorziati al consorzio Conai è pari a 1.069.227 imprese.

Il contributo ambientale dichiarato dalle aziende che producono imballaggi è di 377 milioni (+18,3%) rispetto al 2013. Il contributo arriva fino al consumatore finale attraverso il prezzo del bene confezionato, e serve a finanziare il servizio di raccolta. La crescita di questo costo è dovuta soprattutto all’aumento di 20 euro la tonnellata per il contributo pagato dagli imballaggi di plastica, il materiale per confezioni che offre già oggi il contributo alla raccolta più alto, 263 milioni. E quest’anno il sovraccosto sulla plastica salirà ancora, a 188 euro per tonnellata. Il vetro avra un piccolo rincaro, mentre altri imballaggi ribassano, come l’acciaio e il legno.

È diminuita l’elusione dal contributo e sono stati ricuperati 19 milioni di euro, soprattutto contattando numerose piccole e piccolissime inmprese di importazione che “scordavano” di pagare i contributo. Ormai il tasso di evasione è quasi zero, a differenza di quanto accada nel resto d’Europa.

Il ministero dell’Ambiente non ama molto questo aumento impreovviso del contributo, che si rende però urgente per la lentezza dei versamenti dei contributi e per la necessità delle imprese di non avere troppe variazioni sulla pianificazione.

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