Economia

«Ora affrontate i cambiamenti»

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Industria

«Ora affrontate i cambiamenti»

  • –Cristina Casadei

«C’è stato quel quid di innovazione che ha consentito di chiudere il contratto. Adesso però non abbiate paura di guardare in faccia i problemi che abbiamo». Il ministro del Welfare Giuliano Poletti al 121esimo consiglio nazionale della Fabi, ieri a Roma, ha incitato le parti ad affrontare quel cambiamento radicale che il credito ha di fronte, a partire dal lavoro. In una fase, almeno per un verso, vantaggiosa. «Avere un contratto è la condizione migliore per affrontare i cambiamenti». Che ci saranno, nessuno di fronte alla platea dei delegati del primo sindacato dei bancari lo nega. Neppure il segretario generale della Fabi Lando Sileoni che afferma: «In settembre le banche si prenderanno la rivincita del 5 a 2 che gli abbiamo dato con questo rinnovo». Non viene esplicitata la rivincita ma è chiaro che all’orizzonte ci sono fusioni e ristrutturazioni. Quel che è certo, però, come afferma il presidente del Casl di Abi e di Mps, Alessandro Profumo, è che «avere un quadro chiaro di qui al 2018 è il modo migliore per affrontare le difficoltà».

Certamente, come ha riconosciuto Sileoni «la disapplicazione del contratto sarebbe stata una iattura. Abbiamo conservato tfr, edr, area contrattuale, gli esternalizzati possono mantenere il contratto dei bancari, i prepensionamenti rimarranno volontari. Con l'accordo siamo riusciti a dare delle risposte politiche ai problemi di settore». Creando gli strumenti e le condizioni per difendere l'occupazione e tutelare i lavoratori.

Adesso toccherà proprio a loro, nelle assemblee votare il contratto, con la consapevolezza che, come hanno spiegato le parti, questo era il punto di equilibrio che poteva essere raggiunto, dopo molti mesi di negoziati, scioperi e riflessioni. Le assemblee inizieranno il 5 maggio e dovranno concludersi entro metà giugno. Poi una volta che sarà stata approvata l’intesa cominceranno i cantieri. Questo accordo si caratterizza come un accordo che ha chiuso ciò che politicamente si doveva chiudere, ma ha lasciato aperti alcuni temi che ritorneranno al tavolo negoziale alla fine dell’estate. I banchieri, come del resto il sindacato, preferiscono non definirli inquadramenti, ma sistema di classificazione del personale, delle connesse declaratorie e degli eventuali profili professionali esemplificativi per rendere più flessibile la disciplina attuale e adeguarla ai mutati assetti tecnici, organizzativi e produttivi.

Il cantiere negoziale dei bancari, insomma, continua. Con la categoria che chiede attenzione e chiede di essere considerata con più rispetto. Non come in quello spot di una nota società di consulenza fiscale che è stato diffuso da molte televisioni, anche in prima serata, in cui il bancario si presenta incappucciato di fronte al cliente.

La Fabi, d’intesa con le altre organizzazioni, intende rivolgersi alle autorità garanti competenti perché ritiene lo spot offensivo nei confronti dei lavoratori. L’Abi, come ha spiegato il direttore generale, Giovanni Sabatini, intende appoggiare l’iniziativa. È anche questa la forza di una categoria sindacalizzata quasi per l'80 per cento.

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