Economia

Dossier All’Expo in bici, metro e taxi, l’esame è superato con…

  • Abbonati
  • Accedi
Dossier | N. (none) articoliSpeciale Expo 2015

All’Expo in bici, metro e taxi, l’esame è superato con qualche intoppo

Primo maggio 2015. Ho raggiunto Expo in bicicletta. Perché la sostenibilità è uno dei temi al centro di questa Esposizione universale. Perché io mi muovo sempre in bicicletta. E perché l'allarmismo sul traffico e i disservizi mi hanno fatto pensare che fosse la soluzione migliore.

Prova superata con molto meno sforzo del previsto: tempo di percorrenza (da Corso Sempione al varco Est di Roserio, praticamente di fronte all'Ospedale Sacco) 27 minuti, senza correre e con una banalissima bici tipo Graziella, senza marce.

Munitevi di Google Map, percorrete tutta via Mac Mahon e poi seguite le indicazioni per l'Ospedale Sacco (quelle per Expo ogni tanto si perdono), senza farvi intimorire da un paio di cavalcavia che sembrano portare in autostrada. Certo, questo valeva alle 7.30 del mattino di un giorno festivo. Non garantisco la stessa fattibilità nell'ora di punta di un festivo.

Tutto liscio anche al temuto Varco, dove mi hanno chiesto di lasciare la bici e proseguire a piedi. Mostrando il tesserino stampa nessuno mi ha fatto problemi e in 5 minuti ero all'accesso vero e proprio, quello per la sicurezza, con i controlli come in aeroporto (per fortuna il semestre di Expo coincide con i mesi caldi...). Anche qui, in pochi minuti ho fatto tutto (vedremo però come sarà nelle prossime ore), condividendo l'esperienza con decine e decine di volti da ogni dove, per lo più lavoratori dei padiglioni stranieri.

All'interno, lungo il Decumano (la via principale su cui si affacciano i padiglioni nazionali) c'era già un bel movimento alle 8 del mattino, tra tuniche mediorientali e sari femminili dai colori sgargianti e tanti vaschetta gialli degli operai che sistemano le ultime cose. Qualche ruspa sta ancora portando via i rifiuti, in qualche padiglione (come il Marocco) si procede agli ultimi ritocchi (una mano di colore alle pareti esterne), in altri si fanno già le prove dello staff (Russia) o dell'audio per l'inaugurazione imminente (Giappone).

Quanto alla sicurezza: ho visto i militari dell'esercito davanti all'ingresso e moltissimi sono i carabinieri e i vigilantes agli ingressi è lungo il Decumano.

Non tutto è esattamente “pronto”, nel senso di lindo o definito nei dettagli. Ma la prima impressione è che, almeno lungo la via principale, effettivamente ci siamo. La festa può avere inizio.

Prima volta al sito di Expo in taxi. E il giorno dell'inaugurazione c’è già un intoppo: chiusa la strada che collega viale Grassi a viale Belgioso (che costeggia il sito espositivo). Il radiotaxi di Milano sta comunicando questa informazione e i taxisti stanno suggerendo vie alternative.

Ma non è una sorpresa, visto che ad essere stata chiusa è la zona della Zara-Expo: impossibile dunque arrivare all'ingresso di porta Roserio, nella parte Est del sito espositivo.

Si tratta di una strada appena inaugurata ma aperta in ''formato'' minore rispetto ai progetti, a causa di interdittive antimafia e ritardi nei cantieri. Il risultato sono due strade a senso unico di marcia, uno per andare e uno per uscire dall'Expo, ed è qui che si concentrano già code e intoppi. Solitamente questa zona di Milano ha problemi di traffico già con viabilità normale, c’è quindi da aspettarsi continue code durante il semestre Expo. Manca peraltro un sottopasso strategico, che dovrà essere completato entro luglio ma su cui ci sono ancora incertezze.

La scelta adesso è percorrere dunque la strada che porta all'ingresso di Cascina Merlata, dove troviamo un parcheggio e poi una passerella per entrare. La segnaletica è stata migliorata, almeno in questa zona.

In metro tutto tranquillo.Si accendono le luci di emergenza e il treno della metro 1 Rho-Pero si ferma alla stazione di Bonola. sono le 9.40. Dopo un paio di minuti, dall'altoparlante comunicano che per difficoltà tecniche non precisate si interrompe il trasporto. Dopo qualche minuto ancora, quando si fanno largo le preoccupazioni, si riaccendono le luci e si chiudono le porte. Pericololo scampato: si torna a viaggiare verso Expo.
In metro poca gente, tutta seduta. Prevale la tranquillità. All'arrivo alla stazione metro di Expo, il personale addetto consiglia il percorso da seguire per l'ingresso all'esposizione. Tante le hostess con le bandierine di varie nazionalità che aspettano i loro ospiti. Lunghe code invece per i controlli con metal detector. Dubbi su quello che accadrà quando arriveranno decine di migliaia di visitatori al giorno.

© Riproduzione riservata