Basta indicare un prodotto per leggere sugli schermi sopra agli scaffali non solo le informazioni riportate sull'etichetta, ma i possibili allergeni, l'impronta ambientale, l'origine delle materie prime, i controlli di sicurezza: benvenuti nel supermercato del futuro, esattamente nel Padiglione del cibo del futuro che il leader della grande distribuzione Coop ha allestito a Expo (nella città sede di Esselunga), in collaborazione con l'Mit senseable city Lab. Un grande spazio di 6.500 mq nelle adiacenze di Piazza Italia. È costato circa 15 milioni.
«Abbiamo realizzato un supermercato come i mercati di una volta, con tecnologie che mettono l'uomo e le sue opinioni al centro - spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia - Il nostro non è un semplice padiglione ipertecnologizzato in cui la tecnologia è fine a se stessa. Un esempio? Abbiamo lavorato sull'idea di sistemi in grado di fornire molte più indicazioni di quelle che normalmente riescono a stare su un'etichetta. Questo ha richiesto una tecnologia che abbiamo messo a punto per Expo, ma, soprattutto, la volontà di rendere totalmente trasparenti ai consumatori le informazioni che oggi in molti casi non lo sono in modo così completo». Infatti, tutti gli alimenti (1.500 prodotti realizzati da 90 fornitori con stabilimenti in Italia) raccontano fino dalle origini la storia dei loro prodotti e sono in grado di comunicare al visitatore tutte le informazioni di cui sono depositari con un semplice gesto della mano, attraverso etichette “intelligenti”.
Perchè un investimento così rilevante? «Abbiamo voluto inviare un segnale - risponde Pedroni - Coop è leader della distribuzione italiana ma anche leader nell'innovazione e sa pensare oltre la quotidianità».
Il Future food district individua i possibili, e verosimili, scenari futuri del retail. È composto da un vero e proprio supermercato in cui vivere una esperienza d'acquisto, anche se futura, e dall'Exhibition Area, struttura polivalente che si proietta fino al 2050. L'ideatore Carlo Ratti ha pensato a un luogo di incontro e scambio fra produttori e consumatori in cui le barriere verticali lasciano il posto a un paesaggio orizzontale che favorisce le interazioni, un rimando ai mercati delle origini, il layout dispositivo interno è suddiviso in cinque vie, dedicate ad altrettante filiere, secondo un'idea nata in casa Coop prima ancora dell'adesione a Expo Milano 2015.
Il Future food district ospita prefigurazioni di ciò che mangeremo, anche in un futuro lontano. Il cibo del 2020 e del 2050 è visibile in due corner all'interno del supermercato mentre nell'Exhibition area sono in mostra i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre 1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa 2 miliardi di persone. Nel laboratorio di nuova generazione, nato da un'idea di Coop e Merieux NutriSciences, è possibile fare un viaggio al centro della sicurezza alimentare, mentre altri scenari raccontano le due “fattorie del mare” ovvero strutture galleggianti in grado di produrre alimenti, proposte dal Centro di ricerca sulla Sostenibilità ambientale e sulla protezione della scogliera corallina Mahre Center dell'Università di Milano Bicocca e dall'Università di Firenze.
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