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Dossier Per il food una vetrina sul mondo

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Dossier | N. (none) articoliSpeciale Expo 2015

Per il food una vetrina sul mondo

Le ricadute commerciali sono tutte da verificare ma i venti milioni di visitatori attesi fanno di Expo una vetrina mondiale, tanto che inevitabilmente avrà ricadute sul business delle imprese: si riassume così lo stato d'animo delle aziende partecipanti a Expo, esattamente al Padiglione del food “Cibus è Italia” e a quello del vino coordinato da Veronafiere.

«Expo non è una fiera ma una grande festa del cibo – sgombra subito il campo Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare –. Tuttavia nessuno come l'Italia ha qualcosa da mostrare nell'agroalimentare: il percorso delle nostre 13 filiere è un viaggio nell'eccellenza. Il meglio per la vetrina mondiale di Expo». Il Padiglione “Cibus è Italia” ospiterà 500 aziende, con mille brand. «Abbiamo spinto moltissimo sull'incoming – conclude Scordamaglia –. Arriveranno 50 delegazioni dall'estero con un migliaio di buyer».
«Dopo l'ultimo sopralluogo in Expo – dichiara Fabio Leonardi, titolare della società produttrice di gorgonzola Igor – sono entusiasta dell'esposizone. Abbiamo aderito con convinzione a “Cibus è Italia” e nel Padiglione presenteremo la storia di tre generazioni d'impresa. Inoltre organizzeremo degli eventi, anche con lo chef Davide Oldani». E il business? «Bisogna cercarselo – risponde Leonardi – organizzando eventi e partecipando a quelli di altri Paesi. Il lavoro va trovato e io sono molto ottimista».
Lo stesso ottimismo mostra Angel Sanchez, direttore generale di Conserve Italia: «Siamo presenti in tre eventi di Expo. Siamo main sponsor della Cascina Triulza, perché vogliamo ricordare che la cooperazione è in primo luogo un'impresa sociale. Sposiamo in pieno i valori della Cascina Triulza poiché legalità, rispetto della natura e della biodiversità, sviluppo sostenibile sono elementi imprescindibili della nostra mission cooperativa». Conserve Italia sarà inoltre presente, con il Consorzio Italia del Gusto, nel padiglione di Federalimentare “Cibus è Italia”, in un'area di circa 200 mq, adiacente alla terrazza. Per tutta la durata di Expo sarà proiettato un video sulla storia del marchio Cirio, insieme ad altri video sui valori della filiera cooperativa di Conserve Italia. Sanchez è convinto che «anche “solo” dieci milioni di visitatori avranno una forza tale di conoscenza dei brand e dei prodotti che ci garantiranno vendite aggiuntive e nuovi clienti».

«La nostra è una partecipazione istituzionale – frena Giovanni Zucchi, ad dell'oleificio Zucchi e presente nel Padiglione di Federalimentare –. Expo non ci cambierà la vita ma non nascondo che ci aspettiamo dei ritorni dalle visite delle delegazioni. Organizzeremo un paio di eventi, uno con clientela commerciale e uno di tipo istituzionale. Inoltre contestualmente parteciperemo anche al salone dell'alimentare Tuttofood che si svolge a Milano».
Le aspettative commerciali non mancano nemmeno nel Padiglione del vino, sempre nell'area del Padiglione Italia. Il Padiglione “Vino, a Taste of Italy” (sarà inaugurato il 23 maggio del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina) è una costruzione di due piani con terrazzo, 2mila mq di percorsi didattici multimediali di primo approccio, di conoscenza e promozione del vino e anche aree di degustazione e master class. È costato 15 milioni, di cui tre milioni di soldi pubblici e due di VeronaFiere.
«Ci aspettiamo una grande visibilità – esordisce Michele Bernetti, titolare della cantina Umani Ronchi – se non altro per la posizione invidiabile del Padiglione del vino e il numero di visitatori atteso. L'azienda esporta molto e molti dei nostri importatori ci dicono che verranno a Expo: facile concludere che anche gli altri daranno un'occhiata al vino. E noi vogliamo esserci». Bernetti organizzerà eventi con degustazioni per esperti e meno esperti.

Alberto Mazzoni, dg dell'Istituto marchigiano di tutela dei vini, sottolinea che «il consorzio non poteva mancare a Expo, se non altro per gli ingenti investimenti effettuati negli ultimi sei anni. La partecipazione? Un successo: la nostra collettiva comprende 40 cantine che valgono l'80% della produzione marchigiana». Poi Mazzoni conclude: «Siamo tutti convinti che Expo rappresenti un palcoscenico mondiale che in termini di business non porterebbe nulla. Tuttavia 20 milioni di visitatori sono un'opportunità incredibile per farsi conoscere e prima o poi le opportunità si trasformano in contatti commerciali

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