Tutti in piedi per accogliere l'ingresso della bandiera italiana, portata dai lavoratori che hanno reso possibile l'avvio di Expo. E dopo l'inno nazionale e quello del Bie fa il suo ingresso sul palco il premier Matteo Renzi. «L'Italia s'è desta e siamo pronti alla vita», così esordisce il premier, che ricorda come l'inaugurazione di oggi, primo maggio 2015, sia il prodotto di tanti lavoratori. « A voi va il nostro grazie». E un grazie anche al commissario unico Giuseppe Sala.
L'Expo secondo Renzi è la dimostrazione che non bisogna avere paura, che bisogna «abbracciare il mondo». Bisogna quindi «assaggiare l'Italia e scrivere una pagina di speranza per il mondo. Non è facile in una fase in cui si muore i mare, quando il Medio Oriente continua a chiedere pace, quando persino il confine orientale dell'Europa soffre dopo la fine della guerra fredda e quando il terrorismo mette a rischio la sicurezza». Renzi ricorda dunque i fatti di cronaca internazionale più tragici. Ma secondo lui è proprio ora che «dobbiamo portare nel mondo il bello di essere italiani, provare a cambiarlo partendo dal nostro piccolo operato quotidiano, bisogna smettere di essere professionisti del pessimismo e del «non ce la farete mai. Qui a Milano con l'Expo c'è la risposta».
L'Expo, ricorda Renzi, nasce in una città laboriosa, che ha accolto 3 generazioni di italiani. Sono loro che hanno trasformato la propria vita in un progetto. «È qui che c'è la capitale del grande cuore italiano». L'Expo è un «tempo di opportunità»: formazione e libertà delle persone, cultura e futuro. «Dobbiamo avere il cuore pieno di entusiasmo e passione», dice il premier. Il suo primo grazie va a Letizia Moratti, ex sindaco di Milano: a lei, dice Renzi, va il primo ringraziamento, anche per aver scelto questi temi. Il secondo grazie va all'ex presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano. Poi una parola di saluto per l'attuale presidente Sergio Mattarella: «Ti aspettiamo a Milano», conclude Renzi.
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