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Dossier Tra le vie di Milano 22mila eventi e i box per gli affari

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Dossier | N. (none) articoliSpeciale Expo 2015

Tra le vie di Milano 22mila eventi e i box per gli affari

Il primo termometro sarà qui. Tra il Duomo e il Cenacolo, tra la Galleria e via Montenapoleone, lungo i Navigli oppure a Brera. Sarà qui, nei principali punti di attrazione turistica di Milano la prima verifica operativa dell'effetto indotto di Expo. D'accordo, la filiera alimentare. Ottima idea investire sull'immagine del Paese, benissimo se valorizziamo i nostri brand.

Ma prima di tutto vediamo i soldi che arrivano, cioè i turisti. Expo, insieme al Giubileo, è giustamente considerato il maggiore evento anticiclico per l'Italia nel 2015, uno stimolo esterno che in realtà ha già dato i primi frutti, considerando ad esempio il miliardo di euro investito dai Paesi stranieri nel sito espositivo. Ora però contano gli arrivi, per capire anzitutto se i dieci milioni di biglietti venduti si tradurranno in visite reali: dunque pernottamenti, ristoranti, shopping. Per quanto l'idea sia quella di distribuire i flussi sull'intero territorio nazionale, il capoluogo lombardo sarà il principale beneficiario dell'evento: difficilmente infatti un turista che decidesse di visitare Expo e poi magari Venezia o Roma potrebbe evitare un pernottamento in città. E la città infatti si è attrezzata, con un palinsesto di 23mila eventi distribuiti nell'arco di sei mesi, una sorta di “Fuori Salone”, per provare ad intercettare il maggior numero possibile di “clienti” e convincerli a restare magari anche solo una notte in più. Il progetto Expo in Città, organizzato da Comune di Milano e Camera di Commercio di Milano, è fruibile attraverso un portale georeferenziato e tradotto in inglese (it.expoincitta.com), con un motore di ricerca che seleziona gli eventi per data, tipologia, argomento. «Noi siamo ottimisti - spiega il coordinatore Claudio Artusi - e pensiamo che nell'arco di sei mesi questi appuntamenti possano coinvolgere dieci milioni di persone, la metà di quanti ragionevolmente visiteranno Expo, includendo naturalmente in questi numeri anche i milanesi». Mostre, concerti, convegni e presentazioni sono organizzati attorno a dieci parole chiave (performance, art, media, creativity&style, science&technology, wellbeing, kids, feed the planet, cities of the world, Leonardo), in modo da facilitare la ricerca, distribuendo le attività in un migliaio di siti diversi, per 2/3 al di fuori del centro storico.

Un palinsesto arricchito dagli stessi paesi espositori, interessati a comunicare anche al di fuori del quartiere espositivo. «Gli esempi - spiega Artusi - sono numerosi: dalla Francia che presenta un vero e proprio palinsesto semestrale fuori Expo alle esposizioni di cibo e arte catalana della città di Barcellona; dalle iniziative sul design della città di Melbourne all'opera lirica coreana. Nelle ultime settimane abbiamo visto un trend crescente: anche chi è all'interno di Expo vuole stare “fuori le mura”». Ottimista sui numeri anche Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, che considera replicabile l'iniziativa anche nei prossimi anni. «È un modello di innovazione - spiega - a cui la città ha risposto con grande entusiasmo e del resto già da qualche anno la crescita del turismo estivo ha fatto lievitare l'offerta culturale in questo periodo. Certo, l'Expo è un acceleratore, noi avremo la Scala aperta quasi tutte le sere, numerosi concetti estivi dell'Orchestra Verdi e migliaia di altri appuntamenti culturali ma anche di intrattenimento. Previsioni? I primi dati sono confortanti, alla mostra di Leonardo registriamo 3-4mila ingressi al giorno e anche dai teatri ci segnalano prenotazioni in crescita». L'incognita è però rappresentata dai numeri, dove per ora ci si può basare solo su previsioni, non del tutto concordi. Federalberghi ipotizza nell'arco dei sei mesi nove milioni di visitatori italiani per Expo, con 2,6 milioni di persone che avrebbero già deciso di trascorrere almeno una notte a Milano (a cui si aggiungono 2,3 milioni di “indecisi”) con 190mila visitatori già previsti per il ponte del primo maggio. Stime che però ancora non si traducono in apprezzabili aumenti nelle prenotazioni. «Speriamo che accada - spiega il presidente di Confindustria Alberghi Giorgio Palmucci - perché al momento non si vedono in effetti grandi movimenti. E questo è visibile anche nei prezzi, dove non si registrano aumenti particolari. Io resto ottimista, l'evento dura sei mesi e forse l'annuncio dei ritardi iniziali ha scoraggiato qualche visita, il bilancio si farà alla fine». E per la città sarà probabilmente da ridimensionare, perché tra italiani e stranieri Milano può contare ogni anno su 4,5 milioni di arrivi “esterni”: difficile pensare (ma sarebbe piacevole essere smentiti) che i sei mesi di Expo possano far raddoppiare questo dato.

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