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Sei italiani su 10 non leggono libri. Bene Friuli e Trentino. …

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EDITORIA

Sei italiani su 10 non leggono libri. Bene Friuli e Trentino. Sicilia giù.

Un piemontese su due non legge, mentre il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia sono le regioni italiane in cui si legge di più. In fondo alla classifica dei lettori italiani la Sicilia. Sono alcuni dei dati che emergono dalla seconda edizione di «Nero su Bianco. Focus su editoria e lettori in Piemonte», indagine di Unioncamere e Regione Piemonte, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro, sulla base dei dati del registro delle imprese delle Camere di Commercio e dei dati Istat.

Poca voglia di leggere
Insomma gli Italiani da Nord a Sud si confermano un popolo scarsamente avvezzo alla lettura: nel 2014 il 41,4% della popolazione dai 6 anni in su ha dichiarato di aver letto almeno un libro, quota in diminuzione rispetto al 43% registrato nel 2013. In controtendenza il Piemonte, in cui la quota di lettori è infatti passata dal 47,6% al 49,2. Quanto al mercato digitale, nel 2014, un piemontese su 10 ha letto o scaricato un e-book, mentre il 6% ha acquistato libri cartacei o digitali su internet.
In Italia l’89,2% dichiara di possedere almeno un libro in casa, il 10,3% delle famiglie non ne possiede neanche uno.«Sono dati drammatici. Noi stiamo facendo il possibile per cambiare questa tendenza. Si crei una rete sul territorio nazionale tra le città del libro» ha sollecitato Rolando Picchioni, presidente della Fondazione del Libro a cui fa capo il Salone torinese. Eppure il Salone del Libro di Torino di anno in anno macina nuovi record di biglietti staccati, «perchè – ha ipotizzato Picchioni – al Salone si va per trovare la pepita nascosta, non i titoli dei grandi editori. Questo è il vero valore del Salone, che dà visibilità ai piccoli editori, come ai grandi»

I numeri dell’editoria
Secondo il Registro imprese delle Camere di commercio, a fine 2014 in Italia operano 13.785 imprese dell’editoria e 21.895 della stampa. In calo nell’ultimo quinquennio, in linea con quanto avvenuto anche al sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso, frutto della dura crisi economica che ha investito il nostro Paese. Il Piemonte si colloca, per entrambi i comparti, in 6° posizione nella graduatoria nazionale per numero di imprese. A livello regionale, il settore dell’editoria conta 812 imprese e quello della stampa 1.535. Un totale di oltre 2300 imprese editoriali con un export di circa 122 milioni di euro.

Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere, ha rilevato comunque «una dinamicità del settore editoriale piemontese». Il comparto, che comprende l'edizione di libri, periodici e prodotti editoriali, può vantare un saldo con l’estero positivo, pari a 95 milioni.
Parla esplicitamente di declino Walter Martiny, dellìAie Piemonte: «Il settore editoriale piemontese è in declino. Nel bosco degli editori italiani i 7 principali gruppi editoriali italiani hanno il 67% del mercato e di questo solo il 2% è rappresentato da un editore piemontese» che è la De Agostini di Novara. «Gli editori piemontesi – ha concluso Martiny – rappresentano circa l’8% degli editori italiani, dal 2010 al 2013 la produzione è scesa dall’8 al 6% e il numero degli editori si è assottigliato progressivamente» .
La gran parte delle imprese editoriali, infine, si concentra a Torino: il 65% dell’editoria e il 58% delle imprese della stampa piemontesi.

L’interscambio editoriale con l’estero
L’interscambio regionale con l’estero nel settore dell’editoria ha generato nel 2014 un giro d’affari di 122 milioni di euro sul lato delle esportazioni (0,3% dell’export totale del Piemonte) e di 28 milioni sul versante dell’import. Il comparto – che comprende l'edizione di libri, periodici e prodotti di altre attività editoriali – può vantare quindi un saldo con l’estero ampiamente positivo, pari a quasi 95 milioni di euro.
Tuttavia, si tratta di una contrazione significativa rispetto all’anno precedente (-7,3% per l’export, -7,4% per l’import).
La Ue rappresenta la principale area di riferimento dell’editoria regionale, assorbendo l’82% delle esportazioni piemontesi del settore e generando il 75% delle importazioni. La vicina Francia dimostra il maggior interesse per le opere di produzione piemontese, convogliando la metà delle esportazioni regionali; seguono il Regno Unito (10,2%), la Germania (5,7%) e la Spagna (4,9%). Tra i primi dieci Paesi ci sono anche mercati extra-Ue come Svizzera, Marocco, Turchia e Stati Uniti.

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