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Dossier Il Governo in campo per le aree dell'Expo

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Dossier | N. (none) articoliSpeciale Expo 2015

Il Governo in campo per le aree dell'Expo

Milano - Oggi il governo potrebbe mettere a segno un passo decisivo per lo sviluppo dell'area che oggi ospita l'Expo. A Roma è infatti convocato il tavolo tra presidenza del Consiglio, ministero delle Politiche agricole, agenzia del Demanio e Cassa depositi e prestiti, che dovrebbe dare vita a un gruppo operativo incaricato di sviluppare la fattibilità finanziaria dei progetti in campo per il post-Expo. Il primo passo potrebbe essere l'ufficializzazione dell'ingresso del governo stesso nella società Arexpo (proprietaria dei terreni su cui sorge l'Esposizione universale), con l'acquisto delle quote di Fondazione Fiera Milano, attualmente in possesso del 27,66% delle quote della società, assieme a Comune di Milano, Regione Lombardia (entrambi al 34,7%) e Comune di Rho. La Fondazione stessa, dopo l'incontro avvenuto a Milano lo scorso 24 aprile, si era detta favorevole alla cessione.

L'ingresso del governo in Arexpo (e dunque il suo coinvolgimento diretto nella partita del post-Expo) è sollecitata da più parti. Anche dal presidente della Lombardia Roberto Maroni che ieri – a margine dell'assemblea annuale della Consob ospitata proprio all'interno dell'Esposizione universale – ha commentato non senza polemica l'incontro di oggi a Palazzo Chigi: «Ben vengano tutte le proposte e le iniziative – ha detto – però il governo non fa parte della società Arexpo, partecipata dal Comune e dalla Regione, e non può venire in casa nostra a decidere». Se intende prendere parte attivamente alla decisione sul futuro delle aree di Expo, ha aggiunto Maroni, la soluzione è che «entri a far parte della società come azionista, rilevando le quote di Fondazione Fiera. E poi ne parliamo. Altrimenti la vicenda viene gestita da noi».
Maroni ha anche giudicato interessante («ma ce ne sono tante altre», ha aggiunto) la proposta del presidente della Consob Giuseppe Vegas per il dopo Expo, già lanciata nei mesi scorsi e ribadita ieri durante l'assemblea annuale. L'idea suggerita da Vegas è creare nel sito, a evento concluso, una «agenzia europea per le Pmi», con lo scopo di fornire una vetrina per le piccole e medie aziende e metterle in contatto con gli investitori internazionali, che spesso hanno difficoltà ad accedere alle informazioni finanziarie necessarie alle loro valutazioni.

Un'idea che può benissimo convivere con quelle formulate da altro soggetti nei mesi scorsi secondo il presidente di Arexpo, Luciano Pilotti: «Lo spazio è grande – ricorda –. Parliamo di un milione di metri quadrati, di cui oltre 500mila dovranno essere destinati ad area verde». Il resto sarà sufficiente a ospitare eventualmente sia il progetto dell'Università Statale di Milano (che prevede di trasferire qui il proprio campus universitario), che occuperebbe circa 200-250mila metri quadrati (con un investimento di circa 400 milioni, di cui la Statale può sostenerne solo 200); sia quello di Assolombarda, che propone la realizzazione di un polo tecnologico che occuperebbe altri 100mila metri quadrati; sia l'ipotesi del Demanio a trasferire qui i suoi uffici milanesi (con un consistente risparmio di canone attualmente pagato per gli affitti), utilizzando altri 100mila metri quadrati circa.
Le proposte interessanti, e coerenti con la visione di dare vita a un polo tecnologico di nuova generazione che manca al Paese, dunque non mancano. «Quello che serve adesso – aggiunge Pilotti – è un progetto organico e sostenibile dal punto di vista economico». Soprattutto dopo che il primo bando per il futuro dell'area (lanciato lo scorso agosto con base d'asta di 320 milioni) è andato deserto.
I tempi stringono: Arexpo ha chiesto alle banche una proroga del finanziamento e queste (nell'incontro di venerdì scorso) sembrano disposte a concederlo, a patto però di poter vedere in tempi brevi un progetto fattibile. «Mi auguro che ci si possa arrivare entro ottobre o novembre», dice Pilotti. Entro la metà di giugno dovrebbe essere selezionato l'advisor (25 le candidature arrivate in risposta al bando di Arexpo chiuso venerdì) che nei mesi estivi valuterà le proposte arrivate e metterà a punto un progetto valido da consegnare ai soci di Arexpo, che poi dovrà negoziare con le banche e mettere a punto il bando per i terreni. L'obiettivo è essere pronti quando, a giugno 2016, la società Expo restituirà i terreni “spianati”.
Dal canto suo, il governo avvia con il vertice odierno un percorso di coinvolgimento attivo per la realizzazione del dopo-Expo. Il prossimo incontro tra tutti i soggetti interessati (Arexpo, Expo e governo stesso) è atteso entro fine giugno.

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