E' riuscito a ‘sfilarsi' dalle acque impantanate del gruppo emiliano Parmacotto (di cui faceva parte), e a costruire le basi per il rilancio. Al punto che, adesso che compie un anno di vita autonoma, il Salumificio Piacenti di San Gimignano (Siena) è pronto a guardare alla crescita: “Abbiamo riorientato la produzione sui salumi tipici toscani e stiamo spingendo sull'internazionalizzazione”, spiega Marco Pisoni, il manager che l'anno scorso ha rilevato con la moglie, e col supporto del sistema bancario, l'intero pacchetto azionario del salumificio dalla famiglia Rosi, proprietaria di Parmacotto, attraverso un'operazione di management buy out da una decina di milioni di euro. “Abbiamo avviato contatti con catene e importatori esteri – continua Pisoni – sia in Europa, in particolare Inghilterra, Germania, Austria e Francia, sia negli Stati Uniti, Canada e Giappone”.
Il Salumificio Piacenti che, proprio per legare ancor più le produzioni al territorio, ha appena rivisto il marchio trasformandolo in “Salumificio Toscano Piacenti”, è l'unico nella regione ad avere le certificazioni necessarie per esportare nel mercato nordeuropeo, e anche l'unico a vantare la certificazione per esportare negli Stati Uniti, anche se per adesso la vendita negli Usa è consentita per il Prosciutto toscano (con 240 giorni di stagionatura) e per i prodotti che hanno subìto una cottura (prosciutto arrosto, porchetta, arista). L'ultimo passaggio, per il quale l'azienda è al lavoro con la Regione, punta a far includere la Toscana tra le aree che possono esportare insaccati negli Usa.
“Un aspetto importante dell'internazionalizzazione sarà proprio il nuovo marchio che punta sulla Toscana, oltre al fatto che abbiamo una filiera con elevati standard di qualità e che intendiamo mantenere una produzione artigianale, seppur realizzata in due stabilimenti all'avanguardia”, aggiunge Pisoni che quest'anno punta a confermare i 25 milioni di fatturato 2014 (“che per noi significa crescita – spiega - visto che abbiamo perso 3 milioni di ricavi, per metà estero, assicurati dalla Parmacotto), con un export di 500mila euro. Il 90% del fatturato oggi arriva dalla grande distribuzione, con cui il Salumificio Piacenti ha sempre mantenuto rapporti stretti, anche durante la fase più difficile del passaggio societario. Nel 2013 erano già state spedite le lettere di mobilità ai dipendenti dell'ufficio amministrazione, perché la prospettiva era quella di portare a Parma tutte le produzioni, e di lasciare a San Gimignano solo quella del Prosciutto toscano Dop. Poi la decisione di salvataggio di Pisoni, e la volontà di non disperdere le competenze e il presidio commerciale. Oggi il salumificio si è preparato al rilancio rivedendo l'organizzazione e la logistica, e cominciando a far circolare documenti aziendali in lingua inglese. Il rischio di ridimensionamento è ormai alle spalle, e nel futuro c'è piuttosto l'aumento della capacità produttiva che potrà passare per l'incremento dell'orario di lavoro (oggi su un turno).
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