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Dossier Ima, 34 stabilimenti dall’India agli Usa

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    Ima, 34 stabilimenti dall’India agli Usa

    Undici acquisizioni dal 2004 ad oggi, per un valore che supera i 210 milioni. Con l’ultima, realizzata all’estero e portata a termine nel febbraio di quest’anno, il gruppo Ima ha aumentato la quota di produzione del packaging destinato all’industria alimentare aprendosi la strada per superare, nel 2015, un miliardo di fatturato. Assicurandosi l’80% delle quote di cinque aziende del gruppo tedesco Oystar, che progetta e produce macchine per il food, l’azienda emiliana ha completato una escalation a livello internazionale iniziata undici anni fa con l’acquisizione della società statunitense Packaging Systems Holding (settore farmaceutico), prima tappa, nella storia recente del gruppo, di un piano di sviluppo che l’ha portata a piantare le proprie bandiere, con un totale di 34 stabilimenti produttivi, in nove Paesi, tra Europa, India, Stati Uniti e Cina. Oggi Ima, quartiere generale ad Ozzano, in provincia di Bologna, è un colosso con 4.600 dipendenti, dei quali oltre 2.300 all’estero, presente in ottanta Paesi e sostenuto da una rete commerciale costituita da 29 filiali. Lo shopping in Germania, con una operazione da quasi 70 milioni di euro (la più grossa portata a termine dall’anno di fondazione: il 1961) è stata perfezionata con la costituzione di una nuova holding, Ima Diary & Food Holding Gmbh. Ed è stato l’ultimo tassello per il completamento della produzione di macchine destinate al comparto alimentare. Un balzo con il quale Ima, quotata in Borsa dal 1995, è diventata il secondo player mondiale del settore. Le cinque aziende tedesche acquistate - Benhil, Erca, Hassia, Hamba e Gasti - sono infatti leader nella realizzazione e nel riempimento di contenitori per yogurt e nella produzione di macchine per la sigillatura delle confezioni.

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