Il caffè Zanetti-Segafredo lancia la sfida nella parte del mondo dove si beve più the, ma dove il gusto di un espresso diventa irresistibile.

«In Europa e negli Stati Uniti - spiega Massimo Zanetti, presidente di Zanetti beverage group (Mzb group) - i consumi di caffè non crescono più mentre stanno prendono quota in Asia, nei Paesi dove bevono il the. In questi mercati si stima che, entro il 2017, i consumi cresceranno tra i 6 e il 15%, a seconda del paese». Questa è stata la logica che ha indotto il gruppo veneto a firmare un assegno di 85 milioni di dollari per rilevare, un anno fa, Boncafé Group, big nella torrefazione e commercializzazione di caffè “gourmet” nelle aree del Sud est asiatico e del Middle east. In un sol colpo Mzb Group rafforza la presenza in Indonesia, Vietnam, Cambogia, Singapore, Tailandia, Malesia, Hong Kong ed Emirati. L’operazione ha comportato anche l’acquisizione degli stabilimenti di torrefazione Boncafé in Tailandia, Singapore e Malesia. A cui pochi mesi fa ha unito un nuovo stabilimento in Vietnam. L’operazione si è realizza nel cuore dell’Area di libero scambio dell’Asean, che scatterà dal gennaio 2016.

Zanetti, che dovrebbe ritentare presto la quotazione in Borsa, vuole entrare nel gotha della competizione mondiale del caffè. La bevanda infatti si sta trasformando in uno scontro tra giganti, dove la dimensione è una variabile strategica: la nascita di Jacobs Douwe Egbert, dal matrimonio tra Mondelez e Master Blenders, alza ulteriormente l’asticella grazie a 9 miliardi di dollari di fatturato; segue l’americana Keurig con 4,5 miliardi e Nestlé con circa 4 miliardi (più 15 miliardi di instant coffee), Strauss con 2 miliardi, Smucker’s con 1,6 miliardi e Lavazza con 1,4 miliardi. Mzbg realizza circa un miliardo di euro fatturato (per il 90% all’estero) e conta anche su piantagioni di caffè e attività di trading.

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