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Alla sbarra a Torino lo scrittore Erri De Luca: «Posso istigare solo…

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NO-TAV E ISTIGAZIONE AL SABOTAGGIO

Alla sbarra a Torino lo scrittore Erri De Luca: «Posso istigare solo alla lettura e alla scrittura»

Non era la prima volta in Aula per Erri De Luca. Ma per la prima volta lo scrittore è stato interrogato dai pm nell’ambito del processo che si è aperto a gennaio scorso a Torino, procedimento nel quale De Luca è accusato di istigazione a delinquere per alcune interviste e dichiarazioni rilasciate sulla questione No Tav e, in particolare, sul tema delle azioni di sabotaggio al cantiere di Chiomonte, in Valsusa.

«Le cesoie che tagliano le reti poste illegalmente ripristinano la legalità», ha detto De Luca rispondendo in aula a Torino alle domande del pubblico ministero Antonio Rinaudo. Il riferimento di De Luca è alle cesoie sequestrate durante il 2013 ad alcuni attivisti No Tav e utilizzate per danneggiare le reti del cantiere.

«Il verbo sabotare – ha spiegato lo scrittore, da sempre sostenitore della causa No Tav e vicino alla comunità locale – ha diversi significati sul dizionario. Il primo è danneggiamento materiale, ma gli altri significati coinvolgono i verbi intralciare, ostacolare e impedire. Per quanto mi riguarda ritengo che la Tav vada intralciata, ostacolata e impedita, e quindi sabotata».

Durante l’udienza, De Luca ha ribadito che «il verbo sabotare ha molti significati che considero nobili, giusti e necessari». E a proposito dell’istigazione, De Luca ha ribadito un concetto già espresso in fase di apertura del processo: «Sono uno che può istigare alla lettura o al massimo alla scrittura». La conseguenza della parola, ha aggiunto De Luca, «è la parola stessa. Io sono responsabile di quello che dico. E basta. Non sono un tribuno o un politico, sono semplicemente uno scrittore che sostiene le cause che ritiene giuste, dalla Valsusa a Lampedusa».

Nell’aula del tribunale con numerosi sostenitori e amici dello scrittore, De Luca ha definito il cantiere della Tav «non il Palazzo d’Inverno, che va espugnato con la forza e cancellato. Ma è come la città di Gerico, che fu abbattuta da un coro unanime di voci che fecero crollare le sue mura».

La prossima udienza sarà il 21 settembre e, come chiarisce l’avvocato di De Luca, Gianluca Vitale, potrebbe essere già il giorno della sentenza, a conclusione della discussione delle parti. «Questo processo – ha dichiarato De Luca all’uscita dal tribunale – mette a repentaglio la libertà d’espressione contraria, quella favorevole e ossequiosa invece è sempre accolta a braccia aperte».

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