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Dossier Componentistica reggiana al colosso cinese Duren

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    Componentistica reggiana al colosso cinese Duren

    Un matrimonio tra la tecnologia avanzata made in Italy e la capacità di espansione nel mercato dell'automotive targata Cina. Si è celebrato a Reggio Emilia, dove Meta System – azienda della filiera dell'auto – e il gruppo del gigante asiatico Deren – colosso da due miliardi di euro di capitalizzazione, quotato alla Borsa di Shenzhen – hanno firmato la lettera di intenti con la quale inizia il cammino che porterà l'azienda emiliana a cedere il 60% del capitale sociale al nuovo partner cinese.

    Per Meta System, che produce componenti elettronici per le maggiori case automobilistiche a livello europeo, si spalanca un mercato che entro cinque anni dovrebbe portare il fatturato generato in Asia, tra Cina e Paesi limitrofi, a 150 milioni. A Deren l'acquisto del pacchetto di maggioranza consentirà invece di usufruire dell'innovazione tecnologica che porta la firma del gruppo reggiano. «Noi ci mettiamo i camion con i prodotti, a loro spetterà il compito di realizzare le autostrade», dice il presidente di Meta System Germano Finelli. Per la manifattura italiana un'altra acquisizione da parte di un grande gruppo cinese che, in questo caso, produce connettori destinati a diversi settori tecnologici, dalle telecomunicazioni all'automotive e che porta in dote rapporti consolidati con case come Wolkswagen e Audi.

    Meta System è infatti solo l'ultima azienda, in ordine di tempo, a passare sotto il controllo di un gruppo asiatico. Lungo la via Emilia il salto è già stato fatto dal gruppo Ferretti di Forlì (nautica di lusso) passato nelle mani dei cinesi di Weichai, ma anche da Bredamenarinibus (Bologna, ora nell'orbita di Xiamen King Long United Automotive Industry) e da Siderurgica Modenese, che da due anni fa capo a Baosteel. Mentre su Guru, a Parma, hanno marciato gli indiani di Brfl. Dalla Turchia si è fatto avanti, nel distretto delle piastrelle di Sassuolo, il gruppo Kale, che ha acquisito il 100% di Edilcuoghi, mentre fuori dall'Emilia è passata ai giapponesi di Hitachi la Ansaldo. Solo alcuni esempi dell'avanzata di grandi gruppi stranieri, cinesi in testa. Con l'accordo Meta System punta a intercettare ampie quote di un mercato che realizza il 25% della produzione mondiale di auto e veicoli industriali leggeri ma che è ancora debole sul fronte dell'innovazione. E abbandona le piccole dimensioni che fino ad ora l'avevano inchiodata ai bassi margini di manovra consentiti dalla controllata cinese (oltre il 70%) Meta System China.

    L'obiettivo condiviso insieme a Deren è quello di raggiungere entro il 2020 i 400 milioni di euro di fatturato, grazie anche all'espansione in Europa, partendo da un volume d'affari di circa 150 milioni di euro. «Entro cinque anni – spiega Finelli – ci aspettiamo anche significativo incremento dei livelli occupazionali. Fino al 30% in più, con nuovo personale da impiegare soprattutto nel nostro reparto R&S». Il gruppo reggiano esporta già tra il 75 e l'80% della produzione. Presidia l'Europa. Ma deve acquistare terreno in Asia, dalla quale arrivano ancora piccoli numeri. Tra i suoi clienti i grandi brand dell'auto, da Mercedes a Bmw a Fiat. Con l'accordo, sarà la controllante al 100% Meta Fin, a sua volta partecipata dalla capogruppo e da due fondi di investimento, a cedere la quota del 60%. Meta Fin manterrà il restante 40% per almeno cinque anni, garantendo l'approvvigionamento di tecnologia avanzata al big cinese. Nelle sue mani sempre per i prossimi cinque anni resteranno anche la governance e la gestione dell'azienda.

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