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Dossier Emak conquista la brasiliana Lemasa

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    Emak conquista la brasiliana Lemasa

    Presente in Brasile con una propria filiale dal 2012, Emak mette radici in Sudamerica con l'acquisizione di Lemasa, azienda brasiliana leader nella produzione di pompe e impianti ad alta e altissima pressione. Per il gruppo reggiano di Bagnolo in Piano - tecnologie per il verde, quasi 1.600 dipendenti tra Italia e resto del mondo, un volume d'affari di 355 milioni - un tassello decisivo in un piano di sviluppo a livello globale. Con l'acquisizione del 70% della Lemasa completa la gamma di prodotto e punta a crescere su tutti i mercati. Una operazione da circa 23 milioni di euro portata a compimento, dopo l'accordo siglato nel novembre scorso, con il via libera da parte di Unicredit e Bnl gruppo Bnp Paribas, che hanno finanziato l'acquisizione a poco più di un anno di distanza dalla realizzazione di un nuovo insediamento produttivo in Cile. Con 130 dipendenti, Lemasa diventa così la testa di ponte del gruppo emiliano per il programma di espansione sul mercato globale.

    «L'acquisizione – dice Aimone Burani, vice presidente di Emak – rientra perfettamente nella nostra strategia di crescita. Ci offre la possibilità di rafforzare la nostra presenza in un mercato importante come quello brasiliano e di completare la nostra gamma prodotti nel settore delle pompe e dell'high pressure water jetting. E sfrutteremo le sinergie industriali e distributive che deriveranno dall'operazione». Lemasa è entrata nell'orbita di Emak tramite una società di nuova costituzione, la Comet do Brasil Investimentos, che ha sede a Indaiatuba e il cui capitale è detenuto per il 99% dalla controllata Comet Spa (partecipata al 100% dallo stesso gruppo reggiano) e per l'1% dalla controllata Ptc Srl. La produzione e la tecnologia dell'azienda brasiliana sono fortemente complementari con quelle della controllata Comet, tra i leader mondiali nel settore delle pompe per l'agricoltura, delle pompe industriali e degli impianti ad alta pressione. Emak ha già un profilo internazionale. Dei 14 stabilimenti produttivi di cui dispone, sei sono in Italia, tre in Cina, uno in Francia, altri due tra Stati Uniti e Sudafrica, uno in Cile, un altro sempre in Brasile. E il fatturato è generato per il 74% dalle esportazioni.

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