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I migliori marchi dell’industria agroalimentare del Piemonte da oggi in…

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I migliori marchi dell’industria agroalimentare del Piemonte da oggi in mostra a Torino

Fra i protagonisti assoluti, c’è innanzitutto il vermouth, da Carpano a Martini, dal Torino all’Anselmo fino al Cocchi. Poi, c’è la Cinzano e la Lavazza. Virando verso i dolci, ci sono la Caffarel e la Baratti & Milano, Pfatish e Peyrano o la Venchi Unica, l’azienda (un tempo a Torino e oggi in provincia) che ha riunito la Venchi e la famosissima Talmone e che ha al suo attivo oltre cento marchi di prodotti.

E ancora: la Ferrero, con la famosissima Nutella, oggi vera e propria eccellenza planetaria, variante a portata di tutte le tasche del costosissimo cioccolato con le nocciole delle Langhe piemontesi. Nell’anno dell'Expo, il Piemonte racconta la storia della sua industria agroalimentare attraverso i marchi che hanno reso famoso il settore. Grazie alla redazione di un libro e all’allestimento di una mostra che, da oggi fino al 26 giugno, sara ospitata a Palazzo Affari di Torino, in via San Francesco da Paola.

L’iniziativa è del Consiglio regionale del Piemonte insieme alla Camera di Commercio, con la collaborazione dell'agenzia Ansa. Quest’ultima custodisce i brand registrati fra il 1926 e il 1956 nell’archivio MaToSto - Marchi Torinesi nella storia, realizzato dopo un lavoro certosino di ricerca, selezione e catalogazione nel 2012 e ricco di oltre 14mila etichette, molte internazionali, i cui verbali delle domande di registrazione sono accessibili in una banca dati online.

«L’obiettivo che ci siamo posti – spiega Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale – è far uscire dagli archivi un patrimonio di tutti. Anche perché crediamo che la memoria possa stimolare all'iniziativa migliaia di piccole e medie imprese che devono crescere e farsi conoscere nel Paese e anche all'estero». «Il progetto – interviene Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di Commercio di Torino – risponde a quello che è una delle nostre funzioni fondamentali, cioè la promozione dell'economia locale. Attraverso slogan, disegni e immagini è possibile infatti ripercorrere il cammino del nostro territorio».

Le scelte di linee, colori e simboli raccontano diversi periodi del passato. Dal 1926, quando la comunicazione si esprimeva attraverso le figure di campanili, nonni e santi, con l’obiettivo di ispirare un senso di fiducia nei consumatori ai marchi esotici sull'onda delle imprese coloniali fino al tempo postbellico, dopo la Liberazione, che rivela il fascino in Italia della cultura statunitense. La mostra non si esaurirà con la prima esposizione torinese: chiusi i battenti sotto la Mole, si sposterà in altre città d’Italia.

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